Coronavirus, caso Pedrazzini agita la Camera  

Coronavirus, il caso Pedrazzini agita la Camera

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Pubblicato il: 11/03/2020 17:18

Il caso di Claudio Pedrazzini, primo parlamentare positivo al Covid-19, agita il Parlamento. A Montecitorio molti deputati sono in ansia e si chiedono: ”e se dovesse toccare a noi?”. Il dovere civico chiama alla responsabilità in un momento delicato, con un voto, quello sullo scostamento del bilancio, non rinviabile, decisivo per fronteggiare l’emergenza economica legata al virus. Ma la paura di contagiarsi c’è, eccome e si fa sentire. Tant’è che non pochi onorevoli vorrebbero chiedere alla Camera di attrezzarsi come al Senato per fare in loco, a scopo precauzionale e secondo le prescrizioni del protocollo sanitario nazionale, un tampone.

”Il senso del dovere in questo momento ci chiama, ma un po’ di ansia per il contagio c’è”, confida un esponente di centrodestra, oggi in Aula per non far mancare il suo voto sulla richiesta di sforamento del deficit-pil. Si parla di oltre una decina di deputati, 10-14, rimasti out oggi per la positività di Pedrazzini. Nessuno vuole o pensa, per ora, alla chiusura del Palazzo, ma c’è chi propone soluzioni alternative per scongiurare una serrata e lancia una sorta di ‘smart working’, come la deputata totiana Manuela Gagliardi, ‘compagna di banco’ di Pedrazzini, che chiede, in caso di necessità, di lavorare con strumenti ad hoc per garantire un ”voto a distanza”.

”Le Camere -dice all’Adnkronos l’esponente di ‘Cambiamo’- devono continuare a lavorare o con il numero contingentato di parlamentari come sta accadendo oggi, oppure anche attraverso strumenti alternativi che ci consentano di esprimere il voto a distanza su eventuali provvedimenti”. Sulla stessa linea Riccardo Magi, deputato dei Radicali-+ Europa, che dice all’Adnkronos: ”Bisogna aprire urgentemente una riflessione su come procedere i lavori in Aula se le cose dovessero precipitare. Bisogna trovare delle soluzioni straordinarie per consentire al Parlamento di lavorare nella pienezza dei suoi poteri, immaginando forme di dibattito e votazione a distanza, magari in streaming o videoconferenza”.