Coronavirus, Unicef al lavoro: “Preoccupati per impatti secondari” 

Coronavirus, Unicef al lavoro: Preoccupati per impatti secondari

(Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 12/03/2020 21:22

“Dichiarare Covid-19 come una pandemia non indica che il virus sia diventato più letale. Piuttosto, è un riconoscimento della diffusione geografica della malattia. L’Unicef è pronto e sta rispondendo all’epidemia di Covid-19 in tutto il mondo, sapendo che il virus potrebbe diffondersi ai bambini e alle famiglie di qualsiasi paese o comunità. Continueremo a lavorare con i governi e con i nostri partner per fermare la trasmissione del virus e per mantenere i bambini e le loro famiglie al sicuro”. Lo sottolinea in una nota Unicef aggiungendo che allo stesso tempo “rimaniamo molto preoccupati per gli impatti secondari del Covid-19 e delle relative misure di controllo sui bambini, tra cui l’onere che grava sui sistemi sanitari locali per la fornitura di cure primarie, i rischi sulla protezione, la chiusura delle scuole e le pressioni economiche avvertite da alcune famiglie”.

“La paura del virus sta anche contribuendo alla discriminazione delle persone appartenenti a gruppi vulnerabili, tra cui i rifugiati e i migranti, questo è inaccettabile – osserva Unicef – Rimaniamo sul campo a lavorare nelle comunità colpite per mitigare gli impatti secondari per i bambini e lottare contro la stigmatizzazione”.

“Siamo profondamente vicini alle famiglie e ai bambini che in questo momento nel nostro paese stanno affrontando la più grave emergenza dalla fine della seconda guerra mondiale – ha dichiarato il presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo – Vogliamo augurare un buon lavoro al nuovo commissario Domenico Arcuri; in queste ore abbiamo contattato la presidenza del Consiglio dei Ministri, la Protezione Civile e i Ministeri dell’Interno, dell’Istruzione, della Sanità, mettendoci a disposizione delle istituzioni per dare un concreto sostegno per arrestare la diffusione del Covid-19 e dare aiuto a chi è stato colpito e sta soffrendo”.