Coronavirus, Zaia: “Chiudere supermercati nel weekend e vietare passeggiate” 

Coronavirus, Zaia: Chiudere supermercati nel weekend e vietare passeggiate

(Immagine di repertorio – Fotogramma)

Pubblicato il: 18/03/2020 09:34

“I veneti sono responsabili, solidali e fiscali nell’applicazione delle norme. Ma bisogna fare norme ancora più restrittive, chiudere i supermercati il sabato e la domenica, vietare le passeggiate”. Lo ha ribadito con forza il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, oggi a Radio 24. E a chi dice che non ci sono abbastanza controlli sulle strade, il governatore del Veneto ha risposto che “non possiamo sempre costruire senso civico con i controlli. Dobbiamo finirla con questo sistema. Le pattuglie ci sono, ma hanno anche altre cose da fare, e non dobbiamo pensare che le regole vanno rispettate solo se c’e’ qualcuno che controlla”. “E’ necessaria una norma che chiuda tutti i supermercati la domenica e vieti le passeggiate all’aperto, che diventano passeggiate di massa”.

“Questa è una guerra non convenzionale, e dobbiamo far capire ai cittadini che qui stiamo in una jungla e stiamo aprendo un nuovo percorso con il macete. Abbiamo solo una bussola, che sono i modelli matematici -scientifici, abbiamo delle indicazioni, abbiamo grandi professionisti della sanità, ma non abbiamo il ‘libretto di uso e manutenzione’ come per l’auto”, ha affermato.

“Tutti dicono – ha sottolineato Zaia – che non eravamo attrezzati. No, siamo stati bravi in Italia, perché tutta la comunità scientifica che doveva darci indicazioni precise, e molti non erano tenuti a studiare il caso Vo’, non ci ha mai detto che ci volevano determinati accorgimenti. Se venisse qualcuno adesso e chiedesse consigli voi gli direste ‘comprate respiratori meccanici, rifornitevi di mascherine, prendete dei tamponi’. A noi queste cose nessuno le ha mai dette. Nessuno ha mai detto ad esempio che questi pazienti sono grandi ‘divoratori’ di ossigeno, e ne aspirano talmente tanto che fanno congelare le tubature degli ospedali. Queste sono le cose che dobbiamo sapere, non che dobbiamo stare a un metro o 98 centimetri. Dobbiamo avere indicazioni di natura clinica, e non le abbiamo avute, perché se le avessimo avute oggi non ci sarebbe la rincorsa a comprare respiratori, le mascherine non si trovano. Si smetta di dire che non ci sono mascherine perché noi non ci siamo attrezzati”, ha detto ancora.

Capitolo tamponi: “Vo’ è diventato un grande case history internazionale, subito dopo i primi due casi accertati, dal 22 febbraio abbiamo isolato tutti i 3 mila abitanti, fatto il tampone a tutti contro ogni direttiva scientifica, abbiamo trovato 66 persone positive che non sapevano di esserlo, le abbiamo isolate, dopo 15 giorni abbiamo rifatto i tamponi a tutti i 3 mila abitanti e ne abbiano trovate solo 6 positivo. Questa è la via giusta perchè ogni asintomatico positivo può contagiare fino a 10 altre persone, quindi la caccia all’asintomatico positivo è fondamentale”, ha detto. “Grazie a questi test oggi abbiamo in Veneto oltre 8500 persone in isolamento. Immaginate che le 8500 persone moltiplicate per 10 avrebbero infettato 85 mila che a loro volta ne avrebbero contagiate altrettante, e così via”, ha ammonito.

“Controllare le persone, i loro spostamenti, grazie ai cellulari, per verificare il rispetto delle norme contro il coronavirus sarebbe un’ottima soluzione, ma servono norme giuridiche”, ha osservato. “Ci vuole una norma che dia legittimazione giuridica, al controllo, perché di fatto si tratta di una limitazione della privacy. Ci hanno proposto dei software che sono stratosferici”, ma lo potremo fare soltanto dopo l’emanazione di una norma ad hoc, ha concluso.