Coronavirus: Cairo (sindaco Bresso), ‘per chi non rispetta regole non solo denunce ma multe’  

Coronavirus: Cairo (sindaco Bresso), 'per chi non rispetta regole non solo denunce ma multe'

Pubblicato il: 23/03/2020 13:19

di Silvia Mancinelli – Non solo denunce ma multe che vanno dai 50 ai 500 euro. E’ la strategia adottata da Simone Cairo, sindaco di Bresso, comune di 26mila abitanti al confine con Milano, dove il passaggio a fine febbraio di uno dei primi casi positivi in un bar di anziani, ha dato vita a una rapida diffusione del virus soprattutto nella fascia degli over 70, frequentatori di un paio di circoli ricreativi e di altre strutture che vedono l’attività di volontariato. “Non potevamo stare con le mani in mano, bisognava intervenire subito con severità – spiega all’Adnkronos il sindaco, Simone Cairo – All’inizio dei controlli, un centinaio ogni giorno, il 18% delle persone risultava in giro senza motivazione, non rispettando le regole. Per loro non solo denunce penali ma anche multe economiche che vanno dai 50 ai 500 euro. Il numero delle violazioni al decreto dalla settimana è crollato, l’ulteriore azione messa in atto, è stata incisiva. Alla fine – continua – se gli tocchi il portafogli la gente capisce, le piccole denunce penali possono essere condonate o finire in prescrizione, le sanzioni le devi pagare e sono state efficacissime”.

Ma come è nato tutto nella piccola città metropolitana? “Ci siamo accorti di quello che stava accadendo anche grazie all’aiuto dei medici di famiglia – racconta il primo cittadino lombardo – gli anziani si ammalavano di queste strane polmoniti, ed è da lì che è partito tutto. Da subito abbiamo tentato di chiudere il più possibile scontrandoci con la difficoltà iniziale di convincere la popolazione ad accettare restrizioni severe. Siamo cresciuti molto nel primo periodo, ora continuiamo ad avere nuove persone ammalate ma la gente ha recepito bene le regole, non siamo più di fronte ad una crescita di casi esponenziale ma lungo una linea retta, molto più lenta. Questo fa ben sperare che se finalmente anche le attività produttive non essenziali fanno uno stop, questo provvedimento porta ad arrivare alla cima della curva di crescita per poi iniziare a vedere una riduzione dei nuovi ingressi e del numero totale di persone che hanno bisogno di cure mediche in ospedale”.

A Bresso ieri sera sono stati dichiarati 121 contagiati, “un’incidenza molto elevata per 26mila abitanti – spiega Cairo – ma negli ultimi 12 giorni abbiamo avuto solo 60 casi, non c’è stato un aumento. Aver chiesto prima maggiori restrizioni porta a una riduzione della diffusività del contagio”. Si è abbassata anche l’età media degli ammalati: “sui 75 anni fino al 16 marzo – conferma il sindaco – 55 anni negli ultimi tre giorni. L’impennata forte, iniziale era legata alla socialità degli anziani, ai bar, ai circoli ricreativi. Chiusi quelli resta tutto ciò cui è collegata, parenti, dipendenti del comune, ospedali, badanti, infermieri, colleghi di azienda. Chiudere tutto subito il prima possibile fa sì che si impediscano nuovi altri contagi. Il rammarico è che bisognava farlo prima. Prima lo si fa e più breve è la chiusura totale perché hai meno criticità da dover smaltire”.

Immediate e pesanti, anche oltre quelle imposte dai decreti, le misure del sindaco. “Da subito ho vietato lo sport – continua il sindaco di Bresso – impedito l’accesso ai centri sportivi, ai campi da calcio, agli oratori, alle palestre, ai palazzetti e alle piscine. Grande aiuto l’ho avuto dalla chiusura delle scuole, chiusi i bar che erano stati luoghi critici, così come gli altri con una ordinanza appena mi è stato possibile, chiusi pure i cimiteri. All’inizio avevo tante persone che credevano sproporzionate le posizioni, progressivamente il numero di ammalati e morti è aumentato e ho trovato un sostegno sostanziale, la città pedala unita e ricevo anzi una marea di indicazioni sui controlli da fare. So di aver fatto cose che hanno creato tanti problemi alle famiglie, alle attività economiche, produttive, agli artigiani, al lavoro precario, ma prima ne usciamo più aziende e posti lavoro salviamo. Da venerdì abbiamo anche una camionetta dell’esercito per far rispettare le indicazioni, mentre come amministrazione, con le parrocchie, la caritas, la protezione civile e la croce rossa abbiamo creato un fondo per aiutare le famiglie in difficoltà, consegnando pasti caldi, medicinali e generi di prima necessità: siamo arrivati a 300 nuclei familiari già aiutati e a 18mila euro di donazioni raccolte”.