Coronavirus, “pochi morti in Germania? Altri Paesi fanno meno test” 

Coronavirus, pochi morti in Germania? Altri Paesi fanno meno test

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Pubblicato il: 24/03/2020 17:31

Il fatto che la Germania riporti relativamente pochi decessi dovuti alla Covid-19, rispetto a Paesi come l’Italia o come la Francia, è dovuto a diversi fattori, il principale dei quali è la “sottostima”, o under-reporting, dei casi di contagio, che in altri Stati dell’Ue è molto più consistente che in Germania, dove si fanno “molti test”, cosa che aumenta il denominatore e lo avvicina di più alla realtà. A spiegare così la letalità relativamente bassa che il coronavirus Sars-Cov-2 ha avuto finora in Germania è l’eurodeputato tedesco Peter Liese, della Cdu, membro della commissione Envi (Ambiente, Salute e Sicurezza Alimentare), di professione medico.

Il motivo per cui la Germania ha registrato finora 126 decessi su oltre 29mila casi (dati Ecdc), spiega Liese durante una conferenza stampa in teleconferenza, “è una domanda che viene fatta spesso. Direi, secondo la mia esperienza, che ci sono diversi motivi. Anzitutto, in Germania abbiamo avuto più tempo per prepararci, e il sistema sanitario è piuttosto buono”. Il secondo motivo è “che molte delle infezioni in Germania vengono da persone che sono andate a sciare nell’Italia del Nord, nel Sud Tirolo o nel Tirolo austriaco. Ci sono stati dei focolai nelle stazioni sciistiche: sono andati a sciare, sono tornati, si sono ammalati, sono stati trovati positivi e magari erano gruppi di amici…quando vai a sciare, per definizione non hai più di ottant’anni e non sei seriamente ammalato, cioè non sei sottoposto a cure oncologiche, cardiologiche o per patologie polmonari”.

Le persone che non sono in buona salute, e che quindi in generale resistono meglio al virus, “non vanno a sciare. Si tratta di persone abbastanza in salute, e questo è un altro motivo” alla base del numero di decessi relativamente basso in Germania.

“Poi, naturalmente – prosegue Liese – questa cosa potrebbe cambiare: abbiamo ora dei casi anche nella popolazione anziana, in ospedali eccetera, il che vuol dire che potremmo vedere altri decessi. Ma la principale ragione, secondo me, è che c’è un serio ‘underreporting’ nella maggioranza dei Paesi europei, anche in Germania”. “Questo under-reporting – continua – è di gran lunga maggiore in Italia, in Francia, in Spagna e nel Regno Unito. Se l’Italia ha ufficialmente, secondo l’Ecdc, 63.927 casi: direi che si può prendere questo dato e moltiplicarlo non per dieci, ma per venti. Quindi in Italia forse ci sono seicentomila persone già infettate”.

“In Germania – prosegue Liese – facciamo molti test, più che in altri Paesi, quindi probabilmente bisogna prendere le 29mila persone che abbiamo e moltiplicarle per 4 o 5. L’under-reporting è più significativo in Italia, Francia, Regno Unito e anche nei Paesi Bassi rispetto alla Germania”. L’Austria “è abbastanza comparabile alla Germania: hanno solo 25 morti, anche se sono vicini dell’Italia. Hanno un focolaio nel Tirolo. In Germania e Austria si fanno molti test”, conclude Liese.