Coronavirus: il mare e gli abbracci, ecco cosa manca di più agli italiani in isolamento/Adnkronos 

Coronavirus: il mare e gli abbracci, ecco cosa manca di più agli italiani in isolamento

Pubblicato il: 01/04/2020 17:42

di Ilaria Floris

Il mare. Il suo rumore, il suo profumo, poter camminare sulla sabbia e sentire l’acqua che arriva alle caviglie. Tutto questo lo sogno la notte”. Quello di Maria Laura è decisamente il ‘sogno’ in testa ai pensieri degli italiani costretti all’isolamento: secondo quanto emerge da un’indagine realizzata dall’Adnkronos, infatti, il desiderio più grande dei nostri connazionali è quello, una volta finito questo difficile periodo, di poter ‘correre’ verso le spiagge e respirare l’aria salmastra in libertà.

“Se fossi stato isolato al mare non mi sarei nemmeno accorto di essere in quarantena -dice Mauro, filmaker- ma togliermi la libertà di vederlo è davvero una sofferenza”. “La pasta con le vongole sulla riva” è anche il sogno più ricorrente di Marie Claire, costretta alla quarantena a Roma di ritorno da Madrid dove fa un master, mentre di “una birretta al tramonto sulla spiaggia” fantastica spesso Antonella. “Anche se lo vedo tutti i giorni da lontano -dice Antonio, ingegnere sardo- mi manca il contatto con l’acqua”. La “luce del sole” manca molto a Renata a Barcellona e a Thomas a Roma, mentre “camminare nella natura senza meta” è il miraggio di Cristina, psicologa che vive a Milano, dove l’isolamento dura ormai da lunghissimo tempo.

Ma in pole position fra le gioie della vita adesso precluse, c’è anche quella che sembra la più naturale per l’essere umano: la possibilità di abbracciare. “Mi manca immensamente abbracciare le persone care”, dice all’Adnkronos Maria Elena, originaria di Bergamo, una delle città più flagellate dal virus. Gli abbracci mancano davvero a tutti: Francesca, Monica, Alex, Michela, Cristina, Stella, Giovanni. “E’ da venti giorni che non tocco una persona, è pura follia -dice Michela, grafica, che vive da sola- credo sia la cosa più atroce, non vedo l’ora di potermi rifare appena esco da qui!”.

Oltre alle ‘grandi gioie’, poi, ce ne sono una marea di ‘piccole’ che mancano moltissimo al popolo italiano. “Il cappuccino, e poter condividerlo”, dice decisa Chiara, organizzatrice di eventi. Le “colazioni al bar”, le fa eco Paolo. “Comprare dei fiori da mettere sul terrazzo, in questo contrasto tra la morte e la natura che invece fiorisce” sogna Carmela. Piccoli grandi piaceri a cui ora si fa più caso, dopo una vita trascorsa a darli per scontati. “Lo sguardo della ragazza del negozio di fiori qui di fronte, così sorridente”, ricorda Manuel.

Parlare con una persona guardandola negli occhi” è ciò che manca anche a Roberto. Molto gettonati anche i piccoli gesti di cura di sé, in questo momento ridotti al lumicino. “Estetista e parrucchiere -dice sorridendo Alessia- servirebbero a vedersi meglio e quindi all’umore”. Ma c’è anche chi, in questo momento, pensa agli altri. “Vorrei poter aiutare chi sta male, vorrei dare il mio contributo“, ci dice Patrizia. Il tempo della gioia arriverà, bisogna solo attendere.