Piacenza, carabinieri arrestati ricevettero encomio 

Piacenza, carabinieri arrestati ricevettero encomio

Immagine di repertorio (Fotogramma)

Pubblicato il: 24/07/2020 12:16

Nel giugno 2018, nel corso della cerimonia per i 204 anni della fondazione dell’Arma, la stazione dei carabinieri di Piacenza Levante, ora posta sotto sequestro nell’ambito dell’indagine della procura piacentina che vede indagati dieci militari, fu premiata per meriti speciali. “Ai componenti della stazione Piacenza Levante” il comandante della legione carabinieri Emilia Romagna riconobbe infatti una menzione particolare “per essersi distinti per il ragguardevole impegno operativo e istituzionale e per i risultati conseguiti soprattutto nell’attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti”.

L’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Piacenza Grazia Pradella contesta ai carabinieri della caserma in questione di aver messo in piedi un giro di arresti illegali, spaccio di droga, pestaggi ed estorsioni a fini economici e per aumentare il proprio prestigio.

Intanto cominceranno nel primo pomeriggio di oggi gli interrogatori di garanzia dei carabinieri arrestati . Oggi pomeriggio nel carcere di Piacenza saranno sentiti i primi due militari, mentre domani di fronte al gip Luca Milani compariranno gli altri tre carabinieri indagati, tra cui l’appuntato che secondo gli inquirenti sarebbe stato il principale promotore dei reati contestati.

Il comandante della legione carabinieri Emilia Romagna, Davide Angrisani, ha appena lasciato la procura di Piacenza dopo un colloquio con il procuratore capo Grazia Pradella, che coordina l’inchiesta

“Ho voluto dire ai 110mila uomini e donne in uniforme che ciò che è accaduto a Piacenza, fatto gravissimo e inaudito, non intacca minimamente la credibilità, l’autorevolezza e la stima che i carabinieri meritano”. Così Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, al Giornale radio Rai (Gr1).

“I fatti accaduti sono gravissimi con il rischio di infangare il lavoro di tante persone. C’è piena disponibilità, pieno sostegno alle attività che sta svolgendo la magistratura. Io ho condiviso con il Comandante generale dell’Arma la scelta di operare una inchiesta interna per approfondire ciò che è avvenuto – continua – sotto gli aspetti di possibili difficoltà, lacune, criticità sul piano del controllo. Non devono esserci spazi di ambiguità e credo sia giusto fare luce su ciò che è accaduto. Sul fatto, l’Arma, ha deciso di verificare ciò che eventualmente non ha funzionato e, sulla base di questo, saranno prese le misure che si renderanno necessarie”.