Usa, afroamericano muore in carcere, gridava: “Non riesco a respirare” 

Usa, afroamericano muore in carcere, gridava: Non riesco a respirare

(Afp)

Pubblicato il: 08/08/2020 14:57

Nuove agghiaccianti immagini di un afroamericano ammanettato e circondato da un gruppo di secondini e che si sente implorare ‘Non riesco a respirare’ e ‘Mamma’ arrivano dagli Stati Uniti a poco più di due mesi dalla morte di George Floyd. Ad ordinarne la divulgazione è stato un giudice della North Carolina. L’uomo è morto pochi giorni dopo che le immagini sono state riprese, si legge sul sito della Cnn. Le cinque guardie carcerarie e l’infermiera coinvolti sono stati accusati di omicidio colposo dal procuratore distrettuale della contea di Forsyth, Jim O’Neill. Sono stati sollevati dai loro incarichi.

John Elliott Neville, 56, di Greensboro, era stato arrestato dalla polizia del dipartimento di Kernersville con l’accusa di aggressione il giorno prima dei fatti, il primo dicembre scorso. Dopo la sua detenzione aveva avuto un malore che ne aveva provocato la caduta al suolo dalla sua branda, situata in alto. Le guardie e l’infermiera inviati nella sua cella lo avevano trovato in uno stato di disorientamento e confusione, ha reso noto O’Neill ed avevano deciso di trasferirlo in un’altra cella per capire quale fosse la causa del suo stato. Nei 45 minuti successivi, ha aggiunto, l’uomo ha riportato ferite che ne hanno provocato la morte.

Le immagini all’interno della sua cella lo ritraggono al suolo circondato dagli agenti che gli chiedono di restare a terra e gli dicono che ha avuto delle convulsioni. Neville chiede “lasciatemi alzare, aiutatemi aiutatemi”, mentre una guardia gli dice che sta avendo un problema medico. “Devi stare calmo”.

Per diversi minuti si vedono i carcerieri che tentano di rimuovere le manette a Neville, che ha un sacco sulla testa per proteggere gli agenti da eventuali schizzi di saliva. L’uomo viene infine portato all’esterno su una sedia a rotelle. “John, stai bene”, gli chiede una guardia. “No, aiutatemi”, risponde l’uomo. “Ti stiamo aiutando, hai un problema medico, devi stare calmo, OK?”.