Fotografia: ‘Scatto Mentale’, Elisabetta Pandolfino scopre innovativa forma d’arte  

'Scatto mentale', la fotografa Pandolfini scopre forma d'arte innovativa

‘Scatto mentale’

Pubblicato il: 20/08/2020 08:05

“Una mostra itinerante prima in Sicilia, poi in tutta Italia e all’estero per far conoscere una nuova scoperta, una innovativa forma d’arte, che sfruttando la macchina fotografica, la luce e il ricordo cognitivo e emozionale di un’immagine realizza uno scatto mentale”. E’ quanto si è riproposta la fotografa messinese Elisabetta Pandolfino già nota in tutta Italia proprio per la tecnica dello “Scatto Mentale”, una scoperta nel campo della fotografia e dell’arte che documenta, come scrivere o disegnare puntando l’obiettivo della macchina fotografica, a mano libera in un unico scatto verso una qualsiasi sorgente luminosa al buio. La fotografa, che ha ottenuto svariati riconoscimenti, tra cui anche al Taormina Festival, per questa nuova tecnica che pratica nel suo studio a Messina, ora punta ad ottenere i contributi dei comuni e di alcuni sponsor privati per realizzare una mostra itinerante partendo dalla città peloritana, esportarla poi in tutta la Sicilia e in seguito nelle più importanti città d’Italia e del mondo.

“L’obiettivo è far conoscere i suoi ‘scatti mentali ‘e alcune rare macchine fotografiche storiche, spiegando così a giovani e meno giovani la storia della fotografia, la sua evoluzione, che arriva fino alla sua straordinaria scoperta”. “Nella storia dell’arte, – spiega Pandolfino – non sono state mai eseguite opere comprensibili con la macchina fotografica sfruttando una luce, anche naturale, come quella della luna, trasformandole in opere non astratte. Una sera d’estate, del 2014, sulla veranda di casa, assorta nei miei pensieri, pensando alla persona amata, rivolsi la macchina fotografica verso la luna e scrissi qualche lettera; dopo alcuni tentativi riuscì a scrivere con un solo scatto, il nome della persona alla quale avevo indirizzato i miei pensieri, intuendo che dovevo andare oltre impressionando delle barche a vela e altri disegni. L’emozione del momento, non fermò la voglia di conoscenza, intrapresi un percorso fatto d’innumerevoli ricerche. Realizzo i miei scatti mentali senza vedere nulla, nel momento dello scatto, il tutto facendolo rientrare nel fotogramma, rispettando i margini dello stesso, impressionando nella pellicola o scheda digitale un’immagine non visibile prima ancora dello scatto”.

“Ho scritto – prosegue Pandolfino – anche un trattato sulla mia tecnica, che è differente dal light painting –perché si basa tutto sulla memoria e non c’è un soggetto davanti ed è fatta in un solo scatto unico. Ho chiesto a diversi atenei di poter spiegare questa tecnica davanti ad un comitato scientifico per valutarne gli aspetti cognitivi e della fisica e così certificarla scientificamente e sto aspettando delle risposte. Bisogna, analizzare tale scatto, valutandolo non solo, come nuova tecnica, bensì,approfondirne i fattori intrinsechi dello stesso, nell’importanza della luce, sotto il lato artistico che ogni opera presenta, valutando i fattori mentali che intervengono, dove soltanto una dose di grande concentrazione e memoria si eleva, per la riuscita. Nello “scatto mentale” si dimostra di impressionare non ciò che l’obiettivo ha di fronte, ma ciò che non esiste, quello che non era visibile ancor prima dello scatto, soltanto sfruttando la fonte luminosa, posta di fronte.

La fonte di luce diventa inchiostro nello “scatto mentale”, per la realizzazione di una scritta o un disegno che ha immaginato la mente dell’esecutore, riuscendo a impressionarlo come una nuova forma, di comunicazione. Pur muovendo la macchina davanti alla luce, l’esecutore non impressiona ciò che vede l’obiettivo fotografico, ma padroneggia quella fonte di luce, impressionando un disegno o una scritta successivamente comprensibile da chi la osserva. Un pensiero, può divenire reale, soltanto superando un limite, che lo stesso presupponeva, mettendo in atto teorie e codificandone i fattori”.

Lo scatto mentale può essere utile come documento della realtà visibile e funzionale nella ricerca scientifica, dove l’occhio umano non è in grado di vedere. Ha anche un’utilità funzionale, nella ricerca scientifica per neurologi, fisici, matematici e come nuova espressione di pensiero, nel mondo dell’arte e utilità nella cultura. In fisica, gli esperimenti effettuati, dimostrano i vari elementi, tra interazione di luce, movimento, e ciò che s’impressiona nella pellicola o scheda digitale, che un fisico potrebbe evidenziare caso per caso.