Calabria, Spirlì: “Unici senza un piano Covid” 

Calabria, Spirlì: Unici senza un piano Covid

(Foto da Facebook)

Pubblicato il: 18/11/2020 12:57

“Il commissario ad acta ha nelle mani tutta l’organizzazione della sanità in Calabria ed è responsabile del piano di emergenza Covid. Noi al momento siamo l’unica Regione senza un piano di emergenza Covid”. Lo ha detto a Start, su Sky TG24 Nino Spirlì, presidente facente funzione della Regione Calabria.

“Ci siamo assunti, come Giunta e Presidenza, la grande responsabilità, attraverso delle ordinanze, di andare a cercare posti negli ospedali e garantire i fondi per l’arruolamento di personale sanitario – ha spiegato Spirlì -, però oltre questo non possiamo andare perché non abbiamo competenze. Questo balletto strano di commissari, che si sono rivelati scelte sbagliate una dopo l’altra, non fa bene ai calabresi, che stanno proponendo da settimane una gestione condivisa tra Regione e Governo, che sia preparatoria della restituzione dell’amministrazione della sanità alla Calabria.”. “La Regione Calabria amministra agricoltura, cultura, commercio, artigianato, welfare, trasporti e infrastrutture. Sembra che solo per la gestione della sanità qui ci siano degli imbecilli, dei minus habens che non possono gestire la cosa pubblica – ha continuato Spirlì – Capisco che ci siano state generazioni di politici che hanno attuato una mala politica, ma la peggiore politica ha ceduto il passo al peggiore commissariamento, perché 11 anni di commissariamento non solo non hanno risolto, ma hanno addirittura peggiorato la situazione sanitaria in Calabria. Gli ultimi 18 mesi sono stati i peggiori: 18 mesi nei quali non è stato affrontato nemmeno il piano di emergenza per il Covid. Noi oggi siamo in una situazione drammatica. Non ci possono venire a dire di aprire gli ospedali chiusi se la Regione non ha la competenza. I commissari sono scappati via perché hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza, però questa storia non può continuare”.

“Il problema non è che Gino Strada si occupi di emergenza, con Emergency sta già facendo un lavoro eccezionale riguardo ai migranti che vivono una condizione peggiorata dalle carenze sanitarie. Il problema è non giocare su nomi e persone, su figure istituzionali che qui sono importanti. Il commissario ad acta ha un’importanza che in questo momento è veramente incredibile, serve che sia un ottimo medico e un grande organizzatore, perché quello dovrà fare. Evitiamo patrocini, chiamiamoli così, perché non è più il momento”, ha detto ancora Spirlì secondo il quale “21 punti da analizzare sono davvero una tombola. Devono ammettere di essersi sbagliati: se dobbiamo monitorare in maniera agile e rapida la situazione dei territori abbiamo bisogno di tre, quattro, cinque punti al massimo, che fotografino all’istante quello che sta accadendo. Sarebbe una cosa saggia ammettere l’errore di queste settimane, che dal punto di vista sociale è costato alla gente. La Calabria si è ribellata alla zona rossa tout court perché noi avevamo già deciso, monitorando i territori, Comuni da fare rossi o arancioni, per chiudere quelle zone. In Calabria, su 402 Comuni, 319 sono piccoli paesini, con meno di 5mila abitanti. Quando chiudo un paese di 600 o 100 persone, decido in quell’istante che quella gente deve morire di fame entro un mese. Intelligenza avrebbe voluto che uno dei criteri fosse lasciato a una scelta politica ragionata tra Regioni e Governo, per stabilire umanamente quello che è necessario sui territori. Non si può essere schiavi di un freddo algoritmo che non tiene conto delle differenze”.