Vaccino Covid Oxford funziona? Quando arrivano i dati 

Vaccino Oxford, Lancet: Risposta immunitaria simile in giovani e anziani

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Pubblicato il: 19/11/2020 12:10

Il vaccino contro il Coronavirus sviluppato da università di Oxford e Irbm di Pomezia e prodotto da AstraZeneca è tollerato negli anziani meglio che nei giovani, e induce nelle due fasce d’età una risposta immunitaria simile. E’ quanto emerge dai dati di fase 2 pubblicati su ‘The Lancet’, ottenuti su 560 adulti sani compresi 240 over 70. Gli autori sottolineano che i risultati “potrebbero essere incoraggianti se le risposte immunitarie indicate nello studio sono associate a una protezione contro l’infezione da Sars-CoV-2”. Il trial “non ha valutato l’efficacia” del vaccino e “sono in corso studi di fase 3 per confermarla”.

Il vaccino Oxford-Irbm-AstraZeneca mostra dunque “risultati di sicurezza e immunogenicità simili nelle persone sane di età pari o superiore a 56 anni e negli adulti di età compresa fra 18 e 55 anni”. Il trial indica che il prodotto “provoca pochi effetti collaterali” e attiva risposte relative a “entrambe le forme di immunità”, cellulare e anticorpale, “in tutti i gruppi di età e a dosi basse e standard”. In particolare, sono state osservate “una risposta delle cellule T entro 14 giorni dalla prima dose e una risposta anticorpale entro 28 giorni dalla dose di richiamo”. Ora “sono in corso studi di fase 3 per confermare questi risultati, nonché l’efficacia del vaccino nel proteggere dall’infezione da Sars-CoV-2 in un campione più ampio di persone, inclusi anziani con malattie preesistenti”.

“Le risposte immunitarie indotte dai vaccini sono spesso inferiori negli anziani perché il sistema immunitario si deteriora gradualmente con l’età, il che rende gli anziani anche più esposti alle infezioni – afferma Andrew Pollard dell’università di Oxford, autore principale dello studio – Per questo è fondamentale che i vaccini anti-Covid siano testati in questo gruppo, che è anche un gruppo prioritario per l’immunizzazione”.

“Le robuste risposte anticorpali e cellulari osservate nelle persone anziane nel nostro studio sono incoraggianti – dichiara Maheshi Ramasamy dell’ateneo britannico, co-autore del trial – Le popolazioni a maggior rischio di sviluppare Covid-19 in forma grave includono persone con condizioni di salute preesistenti e adulti più anziani”. Alla luce dei risultati registrati, quindi, “ci auguriamo il nostro vaccino aiuterà a proteggere” dal nuovo coronavirus “alcune delle fasce più vulnerabili della società, ma saranno necessarie ulteriori ricerche prima di poter essere sicuri”.