Richeldi: “Sarà l’ultimo Natale con queste privazioni” 

Richeldi: Sarà l'ultimo Natale con queste privazioni

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Pubblicato il: 21/11/2020 07:57

“Stiamo andando sulla strada giusta”. Lo dice Luca Richeldi, presidente della Società italiana di pneumologia, primario al Policlinico Gemelli di Roma e componente del comitato tecnico scientifico (Cts), parlando dell’emergenza Covid e delle misure adottate in un’intervista al Corriere della Sera.

“I decessi sono ancora alti, i ricoveri sono ancora alti, ma l’indice Rt a livello nazionale ora è sceso a poco sopra l’1 e ci sono almeno 3 regioni in cui è già sotto”, spiega Richeldi, che soffermandosi sull’alto numero dei decessi (699 nell’ultimo bollettino) aggiunge: “Analizzando il trend, direi che purtroppo ci vorrà ancora qualche settimana” prima che inizi a scendere. “Mentre per i ricoveri in terapia intensiva, credo che già dalla prossima invece potremo assistere a una riduzione. I numeri sono ancora alti, è vero, ma non dobbiamo lasciarci prendere dallo spavento. Gli strumenti che abbiamo messo in campo stanno funzionando”.

Richeldi evidenzia poi che questo sarà “un Natale speciale”. Liberi tutti? “No, al contrario. Dico però che questo senso di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri, i sacrifici e le privazioni a cui ancora ci sottoporremo, faranno in modo che questo sarà anche l’ultimo Natale così. Le buone notizie, infatti, che arrivano dal fronte dei vaccini e da quello dei farmaci antivirus, sono incoraggianti. Perciò, anche senza cenoni e senza abbracci, porteremo in famiglia lo spirito giusto, fatto di altruismo e condivisione”.

Ma l’Italia a tre colori convince Richeldi? “É uno strumento innovativo creato dai nostri epidemiologi che senza dubbio sta funzionando, ricordo che altri Paesi sono in lockdown totale da settimane eppure i dati non migliorano come da noi -risponde il componente del Cts-. Quando parlavo del gioco corale, pensavo anche a questo: il sistema delle tre fasce, se i numeri continueranno a migliorare, ci porterà a progressive riaperture nel Paese come a maggio, quando grande fu il lavoro dell’Inail che con i suoi calcoli sui flussi permise il ritorno al lavoro di milioni di persone in sicurezza. Arrivammo all’estate senza registrare un aumento dei casi”.