Editing genetico per curare talassemia, primo paziente trattato al Bambino Gesù 

Editing genetico per curare talassemia, primo paziente trattato al Bambino Gesù

(Fotogramma)

Pubblicato il: 07/12/2020 11:47

L’editing del genoma per correggere la talassemia. E’ stato trattato con questa tecnica innovativa all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma il primo paziente italiano, un giovane adulto con anemia mediterranea (talassemia), all’interno di una sperimentazione internazionale promossa da Vertex Pharmaceuticals e Crispr Therapeutics. I primi, promettenti risultati sono stati presentati al 62.esimo Congresso della Società americana di ematologia (Ash), il più importante appuntamento mondiale nel campo dell’ematologia, in corso fino a domani per via telematica.

Nel 2019, Vertex Pharmaceuticals e Crispr Therapeutics hanno avviato due trial clinici internazionali per la cura di giovani adulti inizialmente e poi di adolescenti con talassemia e anemia falciforme attraverso la tecnica di editing del genoma con Crispr-Cas9, un complesso di molecole biologiche formato da frammenti di Rna e da proteine: il segmento di Rna è la bussola che indica il bersaglio da colpire, la proteina Cas9 esegue il taglio o la modifica correggendo il difetto. Le cellule prelevate dalla persona malata vengono ‘corrette’ in laboratorio con questo approccio, e poi infuse nell’organismo dove si riproducono al posto di quelle difettose.

La sperimentazione, in corso, coinvolge il Bambino Gesù, l’unico ospedale italiano, e altri 13 Centri statunitensi, canadesi ed europei per la selezione dei pazienti, la raccolta delle cellule da ‘editare’ e la somministrazione del trattamento su 45 giovani con talassemia e 45 con anemia falciforme. All’interno di questa sperimentazione, lo scorso 17 novembre sono state infuse le staminali ‘editate’ al primo paziente italiano, e uno dei pochi al mondo, a essere trattato con questa tecnica. Nei prossimi mesi, altri pazienti con talassemia e con anemia falciforme verranno sottoposti al trattamento nell’ospedale della Santa Sede.

Talassemia e anemia falciforme sono due malattie del sangue causate dalle mutazioni dei geni coinvolti nella sintesi dell’emoglobina, la proteina dei globuli rossi che trasporta ossigeno nell’organismo. Normalmente, ogni molecola di emoglobina è formata da 4 catene proteiche: 2 catene alfa e 2 catene beta. Esiste, però, anche un tipo diverso di emoglobina, formato da catene alfa-gamma: presente nel feto, viene progressivamente sostituita a partire dalla nascita, quando si attiva un meccanismo, guidato dal gene Bcl11a, che blocca la sintesi delle catene gamma producendo catene beta.

Alcune persone continuano a produrre emoglobina fetale (alfa-gamma) per tutta la vita, una condizione che si chiama persistenza ereditaria di emoglobina fetale. Tra loro anche persone con talassemia e anemia falciforme: in questi casi – è documentato – le manifestazioni della malattia sono molto attenuate. Il trattamento in sperimentazione si basa proprio sul ripristino della sintesi dell’emoglobina fetale tramite l’editing del genoma: le cellule staminali emopoietiche prelevate dai pazienti, vengono modificate in appositi laboratori con il complesso Crispr-Cas9 programmato per ‘spegnere’ il gene Bcl11a e far ripartire la produzione di emoglobina fetale.