Artrite reumatoide, al via campagna ‘Parla più forte della tua Ar’  

Artrite reumatoide, al via campagna 'Parla più forte della tua Ar'

Pubblicato il: 11/12/2020 17:02

“Grazie alla diagnosi precoce e alla tempestiva strategia terapeutica entro un anno dalla comparsa dei primi sintomi” di artrite reumatoide “la remissione clinica della patologia è un traguardo possibile per il 50-60% dei pazienti. Ma è fondamentale promuovere il dialogo proattivo e la collaborazione tra paziente e reumatologo per una strategia di cura condivisa che definisca anche gli obiettivi del trattamento”. Lo ha detto Luigi Sinigaglia, past president della Società italiana di Reumatologia (Sir) intervenendo all’evento stampa virtuale per la presentazione della la campagna di informazione sull’artrite reumatoide “Parla piu’ forte della tua Ar” promossa e lanciata da AbbVie, che si pone l’obiettivo di migliorare la conoscenza del concetto di remissione.

In Italia l’artrite reumatoide, patologia infiammatoria cronica autoimmune, colpisce circa 300mila persone e, ogni anno, si registrano circa 5.000 nuovi casi (4-13 ogni 100.000 uomini e 13-36 ogni 100.000 donne). Può manifestarsi a qualsiasi età, più comunemente tra i 40 e i 70 anni, sebbene il picco di comparsa dei primi sintomi avvenga tra i 35 e i 45 anni. Pur non essendo ancora curabile, è oggi una patologia potenzialmente gestibile, anche se ancora troppo spesso la diagnosi viene sottovalutata, fino alla comparsa delle lesioni più gravi. Una diagnosi tempestiva è, invece, fondamentale per contrastare la progressione della patologia, consentendo, in un’elevata percentuale di casi, la remissione clinica, che significa controllo efficace della malattia e riduzione o scomparsa dei sintomi.

L’artrite reumatoide attacca i tessuti articolari di una persona il cui sistema immunitario, invece di proteggere l’organismo dagli agenti esterni come virus e batteri, si attiva in maniera anomala contro di esso. Sin dagli esordi, la malattia si manifesta in maniera subdola, variabile, graduale o acuta, presentando dolore e tumefazione inizialmente alle articolazioni di mani e piedi, associati a rigidità al risveglio. Con il tempo, l’infiammazione può coinvolgere potenzialmente ogni distretto dell’organismo (come polmoni, reni, cuore, sistema nervoso, vasi sanguigni, occhi) divenendo sistemica.

Per sensibilizzare i pazienti sull’importanza della remissione dell’artrite reumatoide, migliorando la qualità di vita di chi ne è affetto, è nata la campagna “Parla più forte della tua Ar” voluta da AbbVie, con il patrocinio di Anmar (Associazione nazionale malati reumatici Onlus). L’iniziativa, declinazione italiana della campagna globale “Talk over Ra”, ha l’obiettivo di promuovere la collaborazione e il dialogo proattivo tra il paziente e lo specialista reumatologo, per vincere blocchi e resistenze personali che possono influire sul rapporto con il curante, ma anche per la condivisione della più opportuna strategia di cura che deve essere, però,stabilita con tempestività e vissuta e monitorata con consapevolezza per raggiungere gli obiettivi di trattamento.

“Con questa iniziativa di informazione consolidiamo il nostro impegno in reumatologia a favore delle persone con artrite reumatoide -dichiara Fabrizio Greco, Amministratore Delegato di AbbVie Italia -. La nostra esperienza in immunologia ci consente di sviluppare le terapie più innovative per il trattamento di queste patologie. Ogni giorno rinnoviamo il nostro impegno al fianco dei pazienti e della comunità scientifica con l’obiettivo comune di fornire il miglior supporto possibile durante tutte le fasi della malattia, soprattutto in questo momento particolarmente complesso a causa dell’emergenza Covid-19”.

Principale strumento della campagna è il sito www.missioneremissione.it, dove i pazienti possono trovare informazioni su cosa sia possibile ottenere quando si “parla a voce alta” della propria condizione, oltre a strumenti pratici come una guida che li aiuterà a raccontare la propria malattia, a discuterne con il reumatologo condividendo la propria esperienza quotidiana.