Elezioni Usa, anche i voti dei Clinton lunedì per ‘incoronare’ Biden 

Elezioni Usa, anche i voti dei Clinton lunedì per 'incoronare' Biden

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Pubblicato il: 11/12/2020 18:49

Anche i voti di Hillary e Bill Clinton tra i 306 che, salvo clamorose sorprese, lunedì prossimo ufficializzeranno in modo definitivo la vittoria di Joe Biden nelle elezioni 2020. L’ex presidente e l’ex first lady, e candidata democratica sconfitta nel 2016, infatti fanno parte del gruppo di attivisti ed esponenti, anche illustri come loro appunto, scelti dal partito democratico di New York come grandi elettori.

“Sono un grande elettore a New York, sono sicura che potrò votare per Joe e Kamala a New York, ed è emozionante”, ha detto in una recente intervista l’ex candidata democratica che dopo essere stata sconfitta da Donald Trump per il voto elettorale, nonostante avesse avuto 2,9 milioni di voti popolari in più, aveva chiesto l’abolizione del Collegio Elettorale e l’istituzione dell’elezione diretta del presidente.

Tra gli altri grandi elettori democratici illustri, sempre a New York, il governatore Andrew Cuomo, ed in Wisconsin, il governatore Tony Evers, ed in Georgia Stacey Abrams, l’ex candidata governatore considerata l’artefice della vittoria di Biden nello stato del Sud dove un democratico non vinceva dal 1992.

Lunedì in tutti gli stati americani si svolgeranno quindi le riunioni dei grandi elettori che fanno parte del Collegio Elettorale: in tutto sono 538, uno per ogni membro della Camera, 435, e del Senato, 100, più tre per il distretto di Columbia. Il sistema prevede che nello stato dove ha vinto Trump si riuniranno elettori scelti dal partito repubblicano, mentre negli stati dove ha vinto Biden si riuniranno elettori scelti dai democratici, e questi saranno più numerosi, 306, contro 232.

La convocazione viene fatta dai governatori o dai segretari di Stato dopo la certificazione dei risultati. E nei sei stati in cui Trump contesta la vittoria di Biden – Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Georgia, Arizona e Nevada – sono stati convocati Elettori democratici.

Le riunioni potranno essere convocate tra mezzogiorno e le due del pomeriggio, sono aperte al pubblico, e solitamente seguono una copione ben preciso, con inno nazionale, bande militari, cerimoniale che forse quest’anno, nel mezzo di una pandemia, non sarà seguito, anche se molti stati, compreso New York, hanno confermato che la riunione si svolgerà in presenza.

Solitamente si tratta di una sessione breve, meno di un’ora, a volte appena una ventina di minuti, presieduta dal segretario di Stato, anche se può succedere che qualcuno voglia prendere la parola per sottolineare l’importanza del processo democratico.

I grandi elettori votano poi in modo separato per presidente e vice presidente, e firmano sei certificati, uno per il vice presidente Mike Pence, che è il presidente del Senato, due per il segretario di Stato, due per gli archivi nazionali ed uno per il giudice federale che assisterà alla riunione.

Come è successo nel 2016 in occasione della vittoria di Trump, si prevede che di fronte alle sedi delle Assemblee Legislative dei singoli stati vi potranno essere delle dimostrazioni, ma a protestare saranno questa volta, in un rovesciamento delle parti, gli irriducibili sostenitori del presidente che non riconosce la sconfitta.