Firenze, coppia fatta a pezzi: arrestata non risponde al gip 

Firenze, coppia fatta a pezzi: arrestata non risponde al gip

Il carcere di Sollicciano (Fotogramma)

Pubblicato il: 24/12/2020 13:18

E’ rimasta in silenzio davanti al giudice Elona Kalesha, la 36enne albanese arrestata per l’omicidio, il vilipendio e l’occultamento dei cadaveri dei coniugi albanesi Shpetim e Teuta Pasho, 54 e 52 anni, genitori del suo ex fidanzato Taulant, 33 anni, scomparsi dal novembre 2015 a Firenze e i cui resti sono stati rinvenuti dal 10 dicembre scorso in quattro valigie abbandonate in un campo a ridosso della recinzione posteriore del carcere fiorentino di Sollicciano.

Questa mattina la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al gip del Tribunale di Firenze, Antonio Pezzuti, che si è recato nel penitenziario di Sollicciano per l’interrogatorio di garanzia dopo il fermo.

Anche martedì scorso, nel giorno del fermo eseguito dai carabinieri del comando provinciale di Firenze e disposto da Ornella Galeotti, pubblico ministero, Kalesha aveva scelto di non rispondere alle domande del magistrato.

Il giudice Pezzuti dovrà ora decidere sulla convalida del fermo e sull’applicazione di una misura di custodia cautelare nei confronti della donna. La decisione, fa sapere il legale della donna, l’avvocato Federico Febbo, è attesa nel pomeriggio.

Sul fronte dell’indagine, ieri i carabinieri del Ris di Roma hanno repertato alcune tracce nell’appartamento in via Felice Fontana, a Firenze, in cui alloggiavano i coniugi Pasho prima di svanire nel nulla.

Gli investigatori ritengono che Elona Kalesha abbia avuto uno o più complici e che il duplice omicidio sia avvenuto proprio nell’appartamento di via Fontana. Shpetim Pasho è stato ucciso con un fendente alla gola, sferrato forse con una mannaia, mentre la moglie Teuta è stata massacrata di botte e soffocata.

I corpi, fatti a pezzi, sarebbero poi stati portati via nelle quattro valige con cui le due vittime erano arrivate a Firenze da Valona per poter essere presenti all’uscita dal carcere del figlio Taulant, il 2 novembre del 2015, lo stesso giorno in cui dei due si sono perse le tracce.

Le valige con i corpi smembrati potrebbero essere state tenute nel garage di un’abitazione in via del Pantano dove la 36enne aveva convissuto con Taulant Pasho. Per questo motivo ieri i carabinieri del Ris hanno svolto un sopralluogo anche in quel garage.