Frenata per le aste immobiliari, più difficile il recupero crediti 

Milano, 12 gen. (Adnkronos)

Fino all’arrivo del Covid-19 la performance delle esecuzioni immobiliari migliorava in Italia, con una durata media delle procedure passata da 5 a 4,7 anni. La pandemia ha determinato un drastico ritardo delle aste, crollate dell’85%, ad esempio, tra marzo e maggio 2020. Di contro, a partire da marzo, i fallimenti sono calati del 33% e l’emergenza sanitaria e il lavoro da remoto hanno contribuito ad accelerare la digitalizzazione dei processi in cinque dei principali tribunali italiani su 10, con lo svolgimento delle udienze da remoto.

E’ il quadro che emerge dall’Osservatorio Npe realizzato da Cribis Credit Management. Relativamente alle esecuzioni immobiliari, nel periodo 2015-2019 è stata registrata una variazione complessivamente negativa a livello nazionale, con la chiusura di circa 384mila esecuzioni immobiliari a fronte di 305.000 procedure aperte. La modalità di chiusura delle procedure mostra che il 79% delle procedure monitorate negli ultimi cinque anni ha seguito un normale decorso, mentre il 9% è stato chiuso per inefficacia e il 6% per via stragiudiziale.

La durata media complessiva risulta in lieve riduzione, passando da 5 anni nel triennio 2015-2017 ai 4,76 anni dell’ultima rilevazione. Le procedure concorsuali aperte (69.000) negli ultimi 5 anni vanno pressoché a bilanciare quelle chiuse (72.000). Il trend, lievemente decrescente fino al 2019, ha subito un brusco calo nel 2020 indotto dall’emergenza Coronavirus. L’area geografica dove le procedure hanno una durata più contenuta (circa 5 anni) sono Nord Ovest e Nord Est, sostanzialmente allineati nel biennio 2018-2020. Seguono il Centro (6 anni), in netto miglioramento nel 2018-2020 e il Sud (6,6 anni) con una tendenza sostanzialmente stabile.