Coronavirus: ‘Momi’ capofila protesta ristoratori ‘Ioapro’, ‘multe? Spese di marketing’ 

Roma, 15 gen. (Adnkronos)

“Dei miei tre ristoranti uno, Tito Baracca, non l’ho mai chiuso. Quello è il mio quartier generale, dove sono sempre, ma oggi aprirò anche gli altri due. Se ho preso multe? In tre mesi otto, ma il gioco è valso la candela, le considero una spesa di marketing”. Mohamed “Momi” El Hawi, 34 anni e da 12 alla guida dei tre ristoranti di famiglia a Firenze, è l’uomo simbolo della protesta che sta prendendo piede tra gli esercenti in tutta Italia contro il nuovo dpcm e le chiusure ancora più drastiche imposte dal provvedimento.

“I miei clienti hanno continuato a venire a cena in tutto questo tempo, rischiando anche loro, più che altro dopo il coprifuoco. Non sono mai stati multati – continua il ristoratore – Le forze dell’ordine sono molto clementi, anche loro dalla nostra parte, seppur costrette a prendere ordini da chi ci governa. Nel penale, termine inserito nel decreto per terrorizzare gli eventuali trasgressori, si incorre nel momento in cui sia certificato che aprendo ho creato una situazione di pericolo e provocato contagio a diverse persone, ma come fai a dimostrare di aver preso il Covid nel mio locale? Le norme sono sempre state rispettate, tuttora mantengo il distanziamento, chi entra si sanifica le mani. Ho 300 coperti ma faccio entrare un terzo delle persone: stasera sono pieno con 100 clienti, così da mantenere la distanza tra i tavoli”.

“In tanti garantiscono la propria adesione alla protesta, ma altrettanti se la faranno addosso – dice ancora Momi – Abbiamo fatto una stima per cui in tutta Italia, tra ristoranti, bar, pub, negozi che dovrebbero stare chiusi e palestre, saremo tra 30 e 50mila persone. Non sappiamo più come rispondere al telefono, alle mail. La mia idea era di dar vita a un movimento che riunisse 100 ristoranti in tutta Italia: a prescindere da qualsiasi cosa succeda stasera, abbiamo stravinto. Ed è solo l’inizio”. (di Silvia Mancinelli)