Mps, caso David Rossi: gip Genova archivia indagine su festini a luci rosse  

Nessun festino a luci rosse ha intralciato le indagini sulla morte di David Rossi: è la convinzione del gip di Genova Franca Bolzone, che per questo ha archiviato l’indagine della procura sui presunti abusi d’ufficio che sarebbero stati commessi durante le prime indagini sul caso del capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena volato giù dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo 2013.

Tutto era partito dai servizi delle ‘Iene’ Antonino Monteleone e Marco Occhipinti che da anni seguono la vicenda chiedendosi se quello di Rossi sia stato davvero un suicidio oppure se possa trattarsi di un omicidio, come creduto dalla famiglia del manager. “Per il giudice delle indagini preliminari ci sono state carenze nelle indagini sul caso ma nessun dolo” e non sono dimostrate “interferenze tra le indagini e l’esistenza di festini hard ai quali avrebbero partecipato alcuni pm”, spiegano le Iene, sottolineando anche che “al contrario delle varie anticipazioni stampa degli scorsi mesi il giudice ritiene attendibile l’ex escort, sentito anche a Genova dopo i suoi clamorosi racconti a Le Iene”.

“Giustizia? Io sono stata cresciuta con senso di giustizia, quella con la ‘g’ maiuscola in Italia non mi sta dimostrando quello che credevo fosse. Io sto ancora leggendo il decreto, ovviamente siamo più che sconfortate, anche se in parte ce l’aspettavamo visto l’atteggiamento che c’era stato durante l’ultima udienza a Genova, di poca propositività. Ci sentiamo sconfortate perché poteva essere l’occasione per dimostrare che si poteva prendere una strada diversa e più coraggiosa”. Così all’Adnkronos Carolina Orlandi, figlia di David Rossi, commentando la notizia dell’archiviazione.

“Ora – aggiunge Orlandi – aspettiamo venga votata in aula alla Camera l’istituzione della commissione d’inchiesta ad inizio febbraio e speriamo in una direzione diversa”. “Ci sono più dubbi che certezze rispetto a questa storia – conclude – e anche in questo caso abbiamo messo all’attenzione del gip tutta una serie di mancate risposte che tutt’ora non abbiamo”.

“Mi delude l’archiviazione da parte del Gip perché ora la domanda di giustizia della famiglia Rossi è un po’ sfumata. Dico un po’ perché una riapertura delle indagini sulla morte di David Rossi potrebbe avvenire a Siena. Non dimentichiamoci che 3 anni fa il procuratore capo Vitello disse che sarebbe stato pronto a riaprire le indagini per la terza volta alla luce di elementi nuovi” dice all’Adnkronos l’inviato de Le Iene, Antonino Monteleone.

Il pensiero di Monteleone va quindi alla famiglia di David Rossi che attraverso i propri legali aveva combattuto per impedire l’archiviazione portando all’attenzione del Gip una lunga serie di spunti investigativi. “La famiglia di Rossi resta senza risposte sulla ragione per la quale le indagini sono state fatte male come ha parzialmente ammesso la Procura di Siena e oggi ha confermato il Gip di Genova. Ma ci conforta – evidenzia Monteleone – che il Gip abbia confermato la credibilità dell’escort che noi abbiamo intervistato e che è stato un testimone oculare di quei festini tra notabili dove non circolano di certo ricevute e foto ricordo e dove nessuno ha interesse a lasciare traccia”.

“Situazioni – questo vuole sottolineare il giornalista Monteleone – molto difficili da ricostruire. Noi lo abbiamo fatto intervistando l’escort che abbiamo conosciuto per primi e che poi ha preso il coraggio a quattro mani ed è andato dai giudici. Non succede spesso – fa notare la Iena – che in una inchiesta giornalistica si faccia avanti un testimone che rivela dei fatti a giornalisti che ne mantengono più che possono l’anonimato. Testimone che la magistratura riesce a individuare risalendo alla sua identità e che poi davanti ai magistrati, anziché ritrattare, conferma per filo e per segno quello che ha raccontato ai giornalisti e cioè a noi de Le Iene”.

‘Iena’ Monteleone a giudizio per servizio su avvocato Briamonte– E’ stata fissata per il prossimo 9 novembre in Tribunale a Torino l’udienza per Antonino Monteleone per il reato di diffamazione aggravata nei confronti dell’avvocato Michele Briamonte, ex consigliere di amministrazione di Mps. Lo ha deciso il gup di Torino, Irene Gallesio, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Livia Locci.

I fatti contestati si riferiscono a un servizio sulla morte di David Rossi che Antonino Monteleone ha realizzato per il programma televisivo ‘Le Iene’ in cui il giornalista è accusato di aver offeso la reputazione di Briamonte attribuendogli un determinato fatto. Difeso dall’avvocato Nicola Menardo, Briamonte si è costituito parte civile.

“Noi delle Iene il nome di Briamonte non lo abbiamo mai fatto – dice Monteleone all’Adnkronos – Ora comunque con grande serenità andiamo a giudizio perché il tema è molto delicato ed è meglio che si esprima il giudice”.

In particolare, nell’ambito di uno dei tanti servizi sulla morte di David Rossi ,l’inviato de Le Iene Monteleone ha intervistato l’avvocato della famiglia Rossi dell’epoca dei fatti, Luca Goracci, il quale ha fatto un racconto che faceva riferimento ad una figura. Figura che aveva a che fare sia con la banca che con il Vaticano. Ed è in riferimento a questo racconto che Briamonte ha poi sporto querela ritenendo che il ritratto di Goracci fosse diffamatorio per lui.

“Al di là del merito – sottolinea Monteleone – il tema, che sarà al centro del processo che avrà inizio il 9 novembre a Torino, servirà a stabilire se il giornalismo d’inchiesta in Italia è consentito oppure no, perché da quello che sembra, negli ultimi anni nel nostro Paese è consentito solo quel tipo di giornalismo che è completamente sdraiato sugli atti e le statuizioni dell’autorità giudiziaria. I giornalisti investigativi in Italia attualmente sono quelli che riportano atti della magistratura in maniera spesso acritica, mentre qui invece si è trattato di andare sul campo a consumarsi le scarpe, a chiedere alla gente, a riportare al pubblico notizie che si ritenevano di interesse”.