Blocco licenziamenti, Gualtieri: “Si valuta proroga”  

Prolungare il blocco dei licenziamenti. E’ l’ipotesi che delinea il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite per l’esame della Relazione al Parlamento sullo scostamento. “Non c’è dubbio che alla luce della prosecuzione della pandemia occorra prorogare la disponibilità di uno strumento straordinario, di ammortizzatore. Occorre quindi rendere disponibile per anche i mesi successivi, se necessario, questo strumento”, dice. “Occorre anche introdurre magari una selettività rispetto alla necessità di alcuni settori più fragili e colpiti” valutando la possibilità “di prolungare ulteriormente il blocco dei licenziamenti“, aggiunge il ministro.

“Non abbiamo concluso le nostre riflessioni ma naturalmente teniamo ben presenti le esigenze di prolungare la disponibilità di strumenti di sostegno e ammortizzatori sociali oltre il 31 marzo“. Il governo, spiega Gualtieri, punta a “predisporre degli strumenti che ci consentano di arrivare alla fine dell’anno e adattarli alle diverse realtà dei diversi settori”.

“Complessivamente – spiega Gualtieri – sono state varate misure pari a circa il 6,6% del Pil, a cui si aggiungono 300 miliardi di crediti oggetto di moratoria e 150 miliardi di prestiti garantiti. Si tratta di uno degli interventi più rilevanti d’Europa paragonabile solo a quello messo in campo dalla Germania”, aggiunge.

“Nel 2020, in termini di indebitamento netto, il settore delle imprese, considerando anche gli interventi fiscali, ha beneficiato di interventi per oltre 48 miliardi; al lavoro e al sociale sono stati destinati circa 35 miliardi; agli enti territoriali sono stati destinati oltre 12 miliardi di euro; la sanità ha ricevuto maggiori risorse per oltre 8 miliardi; i servizi pubblici e sociali sono stati potenziati con ulteriori 4,5 miliardi. Il totale dei ristori e dei contributi a fondo perduto erogati ammonta a oltre 10 miliardi di euro”.

“La caduta del livello di attività riscontrata in questi settori – ricorda Gualtieri – ha pesato sull’evoluzione degli indicatori economici più aggiornati che, dopo il forte rimbalzo realizzato nel terzo trimestre, evidenziano una contrazione nel quarto trimestre che, tuttavia, non riteniamo possa incidere sul risultato complessivo per il 2020 indicato nella Nadef”. “Sussistono rischi al ribasso per la previsione programmatica 2021 (crescita del 6,0 per cento)”. “Grazie allo scostamento di bilancio – sottolinea il ministro – proseguiremo e completeremo gli interventi di sostegno già approvati e riconosciuti finora ai settori più colpiti dalla pandemia, che riteniamo debbano proseguire per tutto il tempo necessario”.

Tuttavia, afferma il ministro dell’economia, “nelle intenzioni del governo, questo è l’ultimo scostamento di bilancio che chiediamo al Parlamento di autorizzare per contrastare la pandemia”.

Tiraboschi: “Proroga blocco licenziamenti non è giustizia sociale”

Contrario alla proroga del blocco dei licenziamenti Michele Tiraboschi, giuslavorista e coordinatore scientifico di Adapt, associazione di studi sul lavoro fondata nel 2000 da Marco Biagi. “Per prima cosa – commenta con Adnkronos/Labitalia – va preso atto che il divieto di licenziamento ha avuto un effetto rilevante sui contratti a tempo che non sono stati rinnovati e altre forme di ingresso (penso agli stage) penalizzando soprattutto donne e giovani. Una proroga si può comprendere sulla base di motivazioni politiche, ma non certo in chiave di ragioni di vera giustizia sociale. Altra cosa, in termini di metodo, è se la proroga – precisa Tiraboschi – venisse avanzata all’interno di un patto tra le parti sociali volto ad affrontare tutti i problemi del mercato del lavoro del post pandemia che sono non solo i problemi dei lavoratori ma anche del sistema delle imprese (che, sia chiaro, è cosa diversa dall’interesse del singolo imprenditore al profitto)”, conclude.

Cazzola: “Blocco dei licenziamenti è stato un errore”

Contrario al provvedimento bollato come “un errore” anche Giuliano Cazzola, giuslavorista, docente universitario e profondo conoscitore del mercato del lavoro e della previdenza in Italia. “Se può essere giustificato durante i primi mesi del lockdown, le proroghe già effettuate e quelle che si annunciano – dice ad Adnkronos/Labitalia – rappresentano un perseverare nell’errore. Ci voleva poco a capire che ad imboccare questa strada sarebbe stato difficile fare retromarcia. Non a caso in nessun altro Paese è stata adottata una norma siffatta”. Cazzola non ha dubbi sulla misura introdotta dal governo Conte per frenare l’emorragia di posti causata dalla pandemia. “Assolutamente no -risponde se gli si chiede se sia favorevole a una proroga del blocco-. Più si va avanti (ormai siamo a contare un anno di blocco) più diventa difficile tornare indietro, perché l’emergenza non è destinata a finire in breve tempo. È sbagliato il presupposto su cui si basa il blocco -rimarca il giuslavorista- come se fosse possibile congelare l’economia in attesa di una ripartenza all’insegna del ‘come eravamo’. Nel frattempo le aziende si portano appresso sacche di personale in cig da Covid 19, senza prospettive di rientrare, che impediscono alle imprese di ristrutturarsi, di adeguare gli organici ai volumi produttivi, di investire in nuove tecnologie, un’esigenza che la crisi sanitaria ha sicuramente accelerato”.