Governo, stallo non si sblocca: Colle resta notaio  

Uno stallo che sembra assai difficile da sbloccare, un vicolo cieco dal quale risulta quasi impossibile uscire. Le parole di due pontieri doc come Clemente Mastella e Bruno Tabacci certificano quanto in questa fase appaiano insormontabili gli ostacoli che si frappongono tra il premier, Giuseppe Conte, e il suo tentativo di allargare la maggioranza per rilanciare l’azione di governo. Con all’orizzonte l’appuntamento di mercoledì prossimo in Parlamento per il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, che rischia di veder bocciata la sua relazione annuale sullo stato dell’amministrazione della giustizia.

E più la situazione si complica, più il riserbo del Quirinale aumenta. Non solo arbitro, in questa fase il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, veste soprattutto gli abiti del notaio, attento naturalmente a cogliere tutti i segnali relativi allo stato delle trattative in corso, ma ancor di più a non interferire nelle dinamiche politiche in atto, e quindi ad apparire oltre che a essere imparziale.

Inutile chiedere al Colle se a Conte siano state chieste assicurazioni e posti dei limiti temporali circa i suoi tentativi di rafforzamento della coalizione che lo sostiene dopo il voto alla Camera e al Senato di inizio settimana. Quello che pensa riguardo all’attuale quadro politico e alle esigenze e alle attese del Paese per i drammatici effetti causati dalla pandemia, il Capo dello Stato lo ha ripetuto pubblicamente in molteplici circostanze e naturalmente lo ha ribadito anche nei vari colloqui politico-istituzionali.

A questo punto il Quirinale segue l’evolversi della situazione, senza assolutamente formulare previsioni e lasciar filtrare attese su quelle che potranno essere le mosse e le decisioni di Conte e delle forze politiche. E’ evidente che è il calendario dei lavori parlamentari a offrire un punto di snodo fondamentale: l’appuntamento sulla giustizia di mercoledì prossimo è “una prova di fuoco, lì si vedrà”, come ha affermato oggi Tabacci, uscendo da palazzo Chigi dopo aver incontrato Luigi Di Maio.

Una bocciatura della relazione del Guardasigilli porterebbe inevitabilmente all’apertura formale della crisi, oltre al peso politico che una sconfitta del genere avrebbe per Bonafede e il Movimento 5 stelle, di cui il Guardasigilli è anche capo delegazione al governo. Il premier sarà quindi obbligato a trascorrere il week end nel tentativo di verificare se esistano spazi per superare indenne le forche caudine del nuovo voto parlamentare e contemporaneamente dare ossigeno al suo governo.

Viceversa, se si profilasse concretamente il rischio di una sconfitta, per il premier sarebbe difficile non salire nuovamente al Colle, stavolta non soltanto per riferire. A quel punto l’arbitro Mattarella entrerebbe in gioco per trovare soluzioni alla crisi. Per ora, tuttavia, la partita continua a giocarsi su un altro campo e, come detto, il Capo dello Stato resta spettatore, ovviamente molto interessato.