Elezioni: Decaro (Anci), ‘rinvio comunali di pochi mesi non sarebbe vulnus a democrazia’ 

Roma, 4 feb. (Adnkronos)

Le elezioni comunali previste per maggio potrebbero anche slittare di qualche mese, fino a settembre, se l’emergenza Covid non dovesse registrare un calo dei contagi da coronavirus, anche se al momento l’ipotesi, su cui comunque si stava ragionando al Viminale, non è la più probabile, tutt’altro. Ma, in ogni caso, anche se ciò dovesse avvenire, spostare il voto di pochi mesi non infliggerebbe alcuna ferita alla democrazia italiana. E’ questo, in sintesi, il ragionamento che fa con l’AdnKronos il presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, Antonio Decaro, sindaco di Bari ed esponente del Pd.

“Il Governo stava già ragionando con noi su un possibile spostamento delle elezioni comunali, se non dovesse abbassarsi la curva dei contagi per il coronavirus: ci stavano pensando in vista di maggio, con valutazioni in atto al ministero dell’Interno – riferisce Decaro – Le elezioni sono sempre il massimo esercizio di democrazia, ma se si spostano di qualche mese non succede niente, non si provoca alcun vulnus alla democrazia italiana…”. Se si rinvia, ovviamente, “non si voterà più a maggio ma si potrebbe votare già a settembre. Ma l’ipotesi al momento mi appare lontanissima, certamente improbabile”, sostiene il presidente dell’Anci.

‘Il monito del presidente Mattarella riguardava il voto politico anticipato’

L’ipotesi rinvio comunque è in campo. “Le stime prevedono un abbassamento dei contagi e dunque lo svolgimento delle elezioni; se non dovessero diminuire o addirittura dovessero aumentare, lo spostamento diventa una ipotesi praticabile, così come lo è stata nel recente passato per le elezioni regionali – ricorda Decaro – Ma la situazione dovrebbe risultare migliore e quindi sono fiducioso che a maggio si possa votare per eleggere i sindaci e i consigli comunali di tante città”, compreso grandi aree metropolitane come Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna.

Quanto alle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che metteva in guardia da elezioni politiche in piena emergenza sanitaria, “il suo calcolo riguardava il voto anticipato fra due mesi, la durata di una eventuale campagna elettorale, dunque già nei primi giorni di aprile: non a maggio o giugno quando è programmato il voto per le elezioni comunali. Il discorso è ben diverso”, conclude il presidente dell’Anci.

(di Enzo Bonaiuto)