Governo, Del Conte: “Bene Draghi su lavoro, ha rimesso al centro politiche attive”

Milano, 17 feb. (Labitalia)

“Sui temi del lavoro, Mario Draghi ha detto cose molte precise con, in particolare, tre elementi molto chiari: la centralità delle politiche attive del lavoro, la riproposizione dell’assegno di ricollocazione e la formazione professionale. Temi fondamentali per il rilancio del lavoro in Italia e parlare di politiche attive oggi non è affatto banale, perché finora non sono state al centro delle azioni di governo”. Lo dice ad Adnronos/Labitalia Maurizio Del Conte, ex presidente dell’Anpal e ora presidente di Afol Metropolitana, l’agenzia che garantisce ai cittadini e alle imprese del territorio milanese un unico interlocutore pubblico sui temi del lavoro e della formazione. “Draghi ha dichiarato -prosegue Del Conte- che occorre una riforma dei centri per l’impiego, nel senso di ripensare le competenze degli operatori che vi lavorano attraverso la loro formazione e con l’attivazione della rete dei dati, di quell’interconnessione dei centri in un sistema unitario già prevista dalla legge”.

“La novità del discorso di Draghi sul tema del lavoro è stata la riproposizione dell’assegno di ricollocazione: una misura adottata nel 2015, che è stata la prima vera politica misura nazionale di politica attiva, ma che poi subito dopo è finita in soffitta per mancanza di fondi. Ora finalmente può essere liberata e attuata perché finalmente ci sono le risorse”, osserva poi Del Conte-

L’assegno di ricollocazione è uno strumento di politica attiva, introdotto dal Jobs Act che consiste in una dote finanziaria (da 250 a 5mila euro in base al risultato occupazionale ottenuto), da spendere presso i centri per l’impiego e le agenzie private per il lavoro, per remunerare un servizio di assistenza alla ricerca dell’occupazione. Sperimentazioni dell’assegno di ricollocazione sono state avviate anche in Lombardia e Lazio. “Ma è uno strumento di fatto sospeso per mancanza di fondi -ricorda Del Conte- e lasciato solo ai percettori del reddito di cittadinanza. Ed è uno strumento che va riscritto, come prevede la legge di Bilancio 2021″. La legge di Bilancio 2021 ha soppresso il comma 7 che sospendeva sino al 31 dicembre 2021 l’erogazione di tale assegno in favore dei percettori Naspi. Sarà Anpal, si legge nel testo, a stabilire le modalità di erogazione dell’assegno di ricollocazione, con la presa in carico del beneficiario da parte del centro per l’impiego o dell’agenzia per il lavoro.

“Il fatto che l’assegno di ricollocazione, nel discorso di Draghi, sia messo al centro delle politiche attive per il lavoro è un’indicazione agli attori che non sono solo lo Stato, ma anche le Regioni -aggiunge Del Conte- e per questo andrà immediatamente aperto di confronto nella Conferenza Stato-Regioni. Perché questa misura non deve entrare in conflitto con le altre misure di sostegno di iniziativa regionale”. Riguardo al rapporto tra assegno di ricollocazione e reddito di cittadinanza, Del Conte osserva che “mettere a disposizione del percettore del reddito di cittadinanza le risorse dell’assegno di ricollocazione senza la formazione è del tutto inutile”. “Prima bisogna qualificare il lavoratore e poi quando è pronto per l’incrocio domanda offerta, si può erogare anche l’assegno”, avverte.

“Non a caso -spiega Del Conte- l’altro punto qualificante del discorso di Draghi sul lavoro è la formazione: per dare concretezza al suo programma, l’ideale è mettere insieme formazione con servizi per l’impiego e assegno di ricollocazione, che viene pagato in base al risultato conseguito”. Con un’avvertenza, sottolinea Del Conte: “Le Regioni devono collaborare e trovare misure condivise, per non procedere in ordine sparso. E’ ora di fare economia di scala e di ricomporre la frattura tra Stato e Regioni e tra Regione e Regione”. (di Mariangela Pani)