Conte e la roulette del Senato, torna suggestione ‘responsabili’  

Conte e la roulette del Senato, torna suggestione 'responsabili'

Pubblicato il: 30/12/2020 20:44

E’ a palazzo Madama che il governo Conte si giocherà il tutto per tutto. E’ qui che la maggioranza giallorossa ha numeri più risicati rispetto a Montecitorio ed è qui, infatti, che si potrebbe consumare l’ultimo atto della sfida con Matteo Renzi. Il condizionale è d’obbligo, perché fino all’ultimo momento, tutto è possibile. Nella conferenza stampa di fine anno il premier respinge l’ennesimo ultimatum di Italia Viva e si dice pronto ad andare in Parlamento se dovesse ”venir meno la fiducia di una forza maggioranza”.

Parole che suonano come un vero proprio monito e fanno tornare d’attualità l’ipotesi del ‘soccorso responsabile’ come ultima ciambella di salvataggio a cui aggrapparsi prima di aprire una crisi dagli esiti imprevedibili. Parole che non spaventano più di tanto Renzi, anche se tanti, non solo nel Pd e tra i Cinque stelle, sono pronti a scommettere, che non solo esponenti di centrodestra (leggi Fi) e del Misto, ma alla fine anche qualcuno dei 18 senatori del gruppo Iv-Psi potrebbe vestire i panni del dissidente e votare la fiducia al Conte bis, lasciando con il cerino in mano il suo leader.

Ora è prematuro parlare di qualsiasi scenario, dice a mezza bocca un big del Pd di lungo corso, che non crede a un Renzi in versione killer, perché uccidendo Conte, una sua creatura in fin dei conti, rischia di uccidere se stesso. ”Il Senato è come la roulette russa”, avverte un parlamentare azzurro, che preferisce stare alla finestra, come consiglia Silvio Berlusconi, maestro del ‘wait and see’ nel pieno di una bufera politica. ”Credo che soprattutto in una fase come questa di emergenza serva una maggioranza stabile e coesa”, taglia corto con l’Adnkronos Riccardo Nencini quando gli chiedono se ci sia già un accordo tra Conte e un ‘drappello responsabile’ e pensa che tra i renziani possa esserci chi voti in dissenso.

In ogni caso, come da tradizione (basti pensare a quanto accadde il 14 dicembre del 2010 quando il Berlusconi quater si salvò per tre voti in zona Cesarini), gli eventuali ‘responsabili’ sono pronti a uscire alla scoperto solo al momento utile. Non prima, con il rischio di bruciarsi e mandare all’aria l’intera operazione.

Pallottoliere alla mano, al Senato, sulla carta i giallo-rossi possono contare sui 35 senatori del Pd e i 92 del M5S, più i 4 di Leu (tolta la compagine renziana). Per scovare i ‘responsabili’ bisogna guardare ai 54 di Fi, ai 29 del Misto. Senza contare i 9 del gruppo ‘Per le autonomie’. Per ora si sono tirati fuori i tre ‘totiani’ di ‘Idea-Cambiamo’, che con una nota smentiscono qualsiasi sostegno al governo.

“Non abbiamo alcun interesse a progetti di costituzione di gruppi parlamentari di cosiddetti ‘responsabili’, assicurano Massimo Berutti, Gaetano Quagliariello e Paolo Romani, che precisano: ”Come esponenti della componente del gruppo misto ‘Idea-Cambiamo’ siamo e restiamo all’opposizione del governo Conte. A parte il rammarico che un principio come quello della responsabilità, che dovrebbe appartenere a tutti, a maggior ragione in un momento come questo, sia diventato marchio di ‘infamia’ nell’alveo parlamentare, non corrisponde assolutamente alle nostre prospettive politiche il soccorso a questo governo”.

“Ci attendiamo piuttosto dall’esecutivo -sottolineano da Idea-Cambiamo- la responsabilità di dimostrare se è o meno in grado di guidare il Paese in questo frangente cruciale, mettendo in campo un piano concreto per l’utilizzo del fondi del Recovery Fund”.

Chiamata in causa come possibile ‘bacino’ di responsabili, Forza Italia ci crede poco, anche perchè un esecutivo del genere avrebbe “vita breve”. ”Un governo Conte con il sostegno delle forze ‘responsabili’? ‘Sarebbe l’ennesimo trasformismo di questa bizzarra legislatura”, avverte il senatore Lucio Malan, che aggiunge: ”E di sicuro non esprimerebbe la volontà degli elettori. E quel che è peggio, non risolverebbe i problemi degli italiani”. Ci saranno ‘responsabili’ last minute tra gli azzurri? ”Molto pochi o più probabilmente nessuno”, garantisce Malan all’Adnkronos.