Vaticano, il caso del palazzo di Budapest e la controversia tra Ior e finanziere Matta  

Vaticano, il caso del palazzo di Budapest e la controversia tra Ior e finanziere Matta

(Foto Fotogramma)

Pubblicato il: 31/12/2020 15:10

Chi è Alberto Matta, l’uomo che ha “costretto” il tribunale di Malta a pignorare i conti del Vaticano in ogni angolo del mondo alla ricerca di 29 milioni di euro? Torinese di nascita, 52 anni all’anagrafe, Matta è un finanziere molto conosciuto che opera su svariate piazze finanziarie nazionali e internazionali, e il suo nome e i fondi che fanno riferimento alla sua persona spuntano a vario titolo in alcune note vicende giudiziarie, dalla Popolare di Vicenza alla Popolare di Bari per giungere alla Methorios. Con riferimento alla giurisdizione vaticana il nome di Matta ricorre nelle carte dei promotori di giustizia per una operazione immobiliare conosciuta come “l’investimento nel Palazzo della Borsa di Budapest”, operazione non andata a buon fine, che lo vede da anni contrapposto all’Istituto per le Opere di Religione.

Vaticano, fonti Ior: “Non preoccupa sequestro richiesto da società Matta”

Alberto Matta e le sue società Optimum Evolution Fund Sif, Optimum Asset Management S.A., Futura Funds Sicav Pl e Futura Investment Management Ltd sono al centro di investimenti e operazioni finanziarie poste in essere dalle precedenti gestioni dello Ior tra il 2012 e il 2013 che, a detta di importanti fonti dello Istituto compulsate dall’Adnkronos, presenterebbero “gravi anomalie”. Con la sentenza del 4 aprile 2018 che ha condannato l’ex direttore generale dello Ior Paolo Cipriani e il vice direttore Massimo Tulli a risarcire lo Ior con 47 milioni di euro, il Tribunale Vaticano ha valutato le principali anomalie degli investimenti che gli ex vertici dell’Istituto avevano effettuato tramite Matta e le sue società. Sempre a detta dello Ior, questi investimenti avrebbero comportato la distrazione di almeno 11,6 milioni di euro a favore di società offshore con sede a Panama, Dubai e nel Delaware, tramite l’investimento nel fondo Futura Funds Sicav plc-Kappa, nonché un’ulteriore distrazione di oltre 5 milioni di euro tramite un fondo immobiliare lussemburghese neo costituito per il quale pende un processo per truffa aggravata e bancarotta fraudolenta davanti al tribunale di Roma. Peraltro, autorevoli fonti dello Ior chiariscono che tutti questi investimenti furono materialmente disposti da Matta e dagli organi delle sue società, a cui la precedente gestione dello Ior aveva affidato la gestione di un importante patrimonio finanziario. Proprio per questo lo Ior ha risolto ogni rapporto avviando un giudizio civile a Malta per ottenere il risarcimento dei danni.

La versione di Matta è ovviamente l’opposto di quella dello Ior, tanto che le sue società hanno chiesto e ottenuto “a titolo di garanzia per il risarcimento dei danni materiali subiti dal fondo Futura e Futura IM”, un “ordine di sequestro di 29,5 milioni di euro di beni appartenenti allo IOR a Malta”.

Nell’accogliere le rimostranze di Matta, il tribunale civile maltese nell’aprile 2020 ha ordinato dunque il sequestro di 29,5 milioni di euro appartenenti all’Istituto per le Opere di Religione, accogliendo le richieste depositate dalle società maltesi riconducibili a Matta e denominate Futura Funds, Futura Investment Management, e dalla società lussemburghese Cougar Real Estate.

Senonché, fanno notare dal Vaticano, il sequestro cautelare ottenuto dalle società Futura e Optimum non presuppone alcuna deliberazione del merito della domanda, trattandosi di provvedimenti (garnischee orders) che la Corte di Malta emana a richiesta del presunto creditore, al quale basta dichiararsi per ottenere un sequestro. Non si comprende neanche, si osserva Oltretevere, su quale base sia stato chiesto tale sequestro se si considera che lo Ior, come istituto finanziario, è solvibile per definizione e certamente lo è in relazione a un credito di 29,5 milioni. Al contrario, si aggiunge, le restrittive ordinanza cautelari ottenute dallo Ior contro le società di Matta nel 2019 e 2020 presuppongono una positiva valutazione delle domande dello Ior in termini di probabile fondatezza nel merito e di pericolo in caso di ritardo nella concessione del provvedimento richiesto.

La controversia è nota agli addetti ai lavori. Prima dello Ior, peraltro, venne interessato il fondo previdenziale italiano dell’Enasarco. Da approfondimenti eseguiti dalla giustizia vaticana è emerso che, nel dicembre 2012, il fondo maltese dell’Enasarco Newton Fund (gestito dalla società maltese Futura Funds Sicav Plc) acquistò a 20 milioni di euro un credito in sofferenza convertibile nel 90% delle azioni della società proprietaria del Palazzo della Borsa di Budapest, l’ungherese Tozdespalota KFT, e che, a distanza di soli due mesi, avrebbe poi ottenuto un rimborso di 20,4 milioni (a seguito di un ordine di comparazione da parte dell’autorità giudiziaria per presunte violazioni sulla trasparenza da parte dell’intermediario).

Nel 2013 a fare l’investimento per l’acquisizione del Budapest Exchange Palace è Matta. Utilizzando in parte i fondi dello Ior che gestiva nel fondo lussemburghese Optimum Evolution Fund Sif, versa una prima tranche pari a 17 milioni di euro. Successivamente però l’Istituto, ravvisando delle anomalie, interromperà il rapporto con Matta e bloccherà il pagamento delle ulteriori tranche di investimento pretese da lui e dalla società Futura Funds Sicav.

Tra le altre cose, lo Ior avvierà il giudizio civile a Malta per ottenere la restituzione dell’investimento o quanto meno il risarcimento dei danni subiti per effetto della presunta distrazione della somma di 11,6 milioni di euro di cui si è detto.

Secondo documentazione consultata dall’Adnkronos, oltre allo Ior, nel fondo Kappa risultano tuttora investitori l’Ente di previdenza dei periti industriali e dei Periti laureati (Eppi), la fondazione Enpaia (Ente nazionale di previdenza per gli addetti e gli impiegati in agricoltura), ed Enpaia-Gestione separata periti agrari, che però non partecipano all’azione legale contro Matta e le società Optimum e Futura.