Sardegna zona arancione, Solinas scrive a Speranza: “Modifichi ordinanza”  

Il Ministero della Salute modifichi l’ordinanza dello scorso 22 gennaio, con la quale la Sardegna viene classificata in zona arancione, o la Regione avvierà azioni legali. Lo ha messo nero su bianco il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, che in serata ha inviato una lettera al ministro Roberto Speranza.

“La collocazione della Sardegna tra le Regioni ad alto rischio – scrive Solinas – in ragione dell’incidenza dei contagi per 100 mila abitanti, avrebbe certamente meritato maggiore ponderazione e condivisione, vista anche la mole di provvedimenti statali che le Regioni, con cadenze imprevedibili, sono tenute ad applicare con enormi sforzi interpretativi. Fino al 14 gennaio la Sardegna era saldamente in zona gialla, e proprio il 14 gennaio si è deciso inopinatamente di abbassare sensibilmente le soglie di rischio per l’ingresso in zona arancione, con immediata esecuzione. Proprio a questa collocazione – sostiene il governatore sardo – si è vista candidata, a nostro avviso immotivatamente, la Sardegna. I dati immediatamente precedenti a quella data, relativi all’incidenza epidemiologica, segnalavano evidenze migliori di molte altre regioni e un trend in miglioramento. La collocazione della Sardegna in arancione – prosegue il presidente Solinas – appare immotivata, e nemmeno è possibile individuare con certezza a quali dati si sia fatto riferimento per adottarla. I dati da noi trasmessi dopo essere stati tardivamente avvisati dal Ministero, quelli pubblicati da Agenas e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla, confermano l’ingiustizia del provvedimento adottato, tanto più che sono stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l’indicatore RT non è mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione. Non vi è alcun sovraccarico dei servizi assistenziali”.

Quindi Solinas chiede la modifica dell’ordinanza del 22 gennaio, “nello spirito della leale collaborazione che deve guidare i rapporti tra Istituzioni. In caso contrario, il dovere di tutelare gli interessi generali della Sardegna mi imporrà di intraprendere ogni azione in favore della mia terra. Per la Sardegna non è possibile accettare uno scenario così gravemente dannoso”.