Governo Draghi, programma e incontri di oggi: le news  

(Adnkronos)

Seconda giornata di consultazioni per il premier incaricato Mario Draghi, oggi impegnato con i ‘big’ della politica: tra la tarda mattinata e il pomeriggio, tra gli altri Draghi vedrà Lega, Pd, FdI, Forza Italia e M5S. Ieri prime indiscrezioni sul programma dell’ex presidente Bce.

10.44 – Il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi è arrivato alla Camera dove alle 11 riprenderà la consultazioni con i gruppi parlamentari per la formazione del governo.

Oggi sono previsti gli incontri con le delegazioni degli Europeisti – Maie – Centro Democratico del Senato. Alle 11.45 é attesa la rappresentanza di Leu; alle 12.30 Italia Viva, alle 13.15 Fdi e poi nel pomeriggio a partire dalle 15 il Pd; alle 15.45 Forza Italia; alle 16.30 la Lega e infine 17.15 il M5s.

10.42 – “Buona la prima: Draghi ieri ha fatto sapere che vorrebbe allungare il calendario scolastico fino a giugno. Con questa idea si cerca di rimediare, almeno in parte, alla catastrofe educativa causata dalla pandemia. Ma, attenzione, sono gli insegnanti che dovranno fare questo lavoro e che, a mio avviso, dovranno avere un giusto riconoscimento anche economico, diversamente da quanto è avvenuto finora”. Lo afferma, in un post su Facebook, Enrico Rossi, ex presidente della Toscana e attuale commissario del Pd in Umbria.

“Domani Draghi incontrerà anche i sindacati e discuterà della scadenza del blocco dei licenziamenti a fine marzo, che rischia di mettere sul lastrico da 800.000 a 1.500.000 di lavoratori che si aggiungeranno ai 2.250.000 disoccupati – prosegue Rossi – La catastrofe occupazionale dovrà essere affrontata con la volontà di garantire la mobilità da posto di lavoro a posto di lavoro e non solo la protezione sociale che poi finisce. Per fare questo occorrono piani occupazionali che lo Stato deve elaborare e finanziare. Non bastano infatti i sussidi. C’è bisogno di occupazione e di crescita”.

“Questo, dopo la scuola – conclude l’ex presidente della Toscana -, è l’altro grande tema a cui spero tanto che Draghi voglia dare una risposta nuova, con coraggio e con quella cultura Keynesiana e pragmatica con cui lui stesso vuole presentarsi”.

10.19 – Un Consiglio dei ministri-lampo quello di oggi a palazzo Chigi. Iniziato poco dopo le 9,30, è durato meno di venti minuti.

10.09 – Il fronte del ‘No’ al governo Draghi all’interno del Movimento 5 Stelle, in vista della consultazione su Rousseau, si compatta e lancia una iniziativa online che si terrà questa sera sulla piattaforma ‘Zoom’. “V Day: No governo Draghi” il titolo dell’evento organizzato da Luca Di Giuseppe, facilitatore regionale del Team del Futuro e volto emergente di Rousseau.

“Pubblicheremo a poco a poco l’elenco degli ospiti: portavoce, attivisti, giornalisti, intellettuali”, si legge nelle info dell’evento su Facebook. Tra i partecipanti ci sarà la senatrice Barbara Lezzi: “Confrontiamoci con serietà, senza fumo negli occhi, ma guardando al bene del Paese e alla sopravvivenza del M5S che non deve perdere la sua etica”, scrive sulla sua pagina la parlamentare salentina condividendo il link dell’evento.

“Il M5S – rincara Lezzi – non può accettare di condividere il governo con Lega e, ancora di più, con Silvio Berlusconi. Un governo in cui, se allargato a quasi tutta la destra (Meloni esclusa) ricordo, non saremmo ago della bilancia, non avremmo la maggioranza relativa, potremmo incidere molto meno di quanto fatto fino ad ora perché non avremmo neppure espresso il Presidente del Consiglio. Saremmo ininfluenti ma perderemmo per sempre la nostra reputazione. La nascita di questo governo ha avuto come obiettivo quello di far fuori Conte e di eliminare il tratto distintivo del M5S”.

10.00 – Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova, accetterebbe un incarico nel governo Draghi? “Su questo non mi esprimo – risponde durante un’intervista a ‘Buongiorno’ su Sky Tg24 – Ho i miei progetti su cui sto lavorando, poi se ci fosse da dare una mano potrei darla. In che forma e in modo è tutto da valutare. Certamente questo è un momento delicato, in cui tutte le persone che possono dare il proprio contributo penso siano ben liete di farlo”.

Ma ha ricevuto telefonate? “Io non rispondo ai numeri non registrati, quindi ho una ventina di chiamate perse al giorno – replica sorridendo – Comunque no”.

9.44 – E’ in corso a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei Ministri. All’ordine del giorno: leggi regionali; varie ed eventuali

9.39 – “Se Mario Draghi dovesse chiamarmi per fare il ministro della Salute? Spero proprio che non lo faccia. Io non credo di essere particolarmente adatto, io so fare altre cose”. Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, docente all’università Statale del capoluogo lombardo, risponde così ad ‘Agorà’ sui Rai3 a chi gli chiede se sia disposto ad assumere un ruolo nel nuovo Governo che dovrà formarsi.

“Soprattutto in sanità, c’è bisogno di non avere interruzioni di vario tipo – spiega l’esperto – Evviva la continuità”, aggiunge. “Lo dico con tutta franchezza e non è una valutazione di tipo politico, ma di tipo pratico”, precisa. In una situazione come questa serve “il massimo possibile di velocità ed efficienza”, che significa anche “evitare lunghi periodi in cui qualcuno deve imparare da capo cosa fare, che è un problema di tutti i tecnici che io conosco, o quasi”.

Davanti alla prospettiva che a qualche virologo possa essere proposto un ruolo di Governo, Galli ritiene che “il mestiere di quelli che hanno qualche reale competenza su argomenti di questo genere sia fondamentalmente quello di consigliare e orientare. Non è assolutamente necessario, a mio avviso, mettere uno del mio, del nostro mestiere nella posizione di ministro o di viceministro o di sottosegretario. Credo sia importante che chi c’è a svolgere determinate funzioni utilizzi al meglio le indicazioni, i consigli e anche magari alcune operatività di persone con determinate caratteristiche”, ma “non è necessario in modo stringente mettere una persona con un profilo strettamente tecnico a fare il ministro. Se si fa, credo debba essere fatta una scelta nell’ambito di chi ha un profilo importante nel campo della sanità pubblica. Io sono prevalentemente un clinico”, quindi “non sto in nessun caso parlando di me”. “E’ evidente che tutto quello che sta succedendo” sul fronte politico in Italia “sta provocando dei rallentamenti che sarebbe il caso di non avere”, osserva Galli. Per esempio “io ho nel cassetto un paio di richieste di fare al ministro, che” però “per cortesia non ho ritenuto di avanzare al ministro Speranza in una fase di transizione come questa”.

Ma Draghi troverà il modo di operare una sintesi garantendo ciò che serve al Paese? “Non lo voglio certo definire l’uomo della provvidenza – sorride l’infettivologo – però se non ce la fa lui, in questo momento, non so proprio chi ce la possa fare. E’ evidente che la politica è andata a sbattere, e non ha dato complessivamente una gran prova di sé a un Paese che si aspettava una continuità di intervento che certamente in questo modo ha avuto delle battute d’arresto. O comunque”, la politica nazionale “si è espressa in maniera né confortante né rassicurante nei confronti di una popolazione che è stanca per l’epidemia, preoccupata per il fatto che quelli come me continuano a dire che la situazione” Covid-19 “non è per niente risolta, e magari” proprio per questo davanti alle restrizioni “ha reazioni del tutto opposte, di franco rifiuto”.

Per l’esperto “c’è necessità di una capacità di intervento che fino adesso è stata limitata fondamentalmente da una concreta debolezza, che si manifesta soprattutto con questo balletto continuo tra centro e periferie, tra Regioni che vogliono fare ciascuna come le pare. Una situazione che finisce per essere dannosissima in un Paese come il nostro – conclude Galli – in cui il frazionamento degli interventi diventa particolarmente pericoloso”.

9.20 – “Sono certo che Mario Draghi userà la sua straordinaria esperienza e la sua forte leadership per realizzare le cose giuste. Conosce molto bene i colli di bottiglia, le difficoltà e le sfide che bisogna affrontare per fare le riforme in Italia”. Lo dichiara il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, al Financial Times. Gentiloni spiega anche che il mandato a Draghi è molto diverso da quello di Mario Monti, nel 2011: “La missione di Monti – ricorsa – era una missione di salvataggio. Questa è una missione per evitare di perdere un’occasione storica: è per questo che la leadership di Draghi è così importante”, conclude.

8.37 – “Questo governo ci costringerà a ripensarci. A inventare una politica che non sia più basata sullo scontro amico-nemico, destra-sinistra. Perché è il momento di deporre le armi e cercare quello che ci unisce e non quello che ci divide”. Così, al Corriere della Sera, Maurizio Lupi, leader di Noi per l’Italia, che di Draghi dice che “sicuramente è un personaggio autorevolissimo, forse l’unico che poteva assumere il compito che gli ha dato il capo dello Stato: formare un governo di alto profilo, che affronta l’emergenza e che non deve identificarsi in formule politiche. Detto da milanista: Mattarella ha chiamato dalla panchina Ibrahimovic. Adesso tocca a noi”.

“La situazione è simile a quella del Dopoguerra. Allora a ricostruire il Paese grazie anche ai fondi del piano Marshall, meno ingenti di questi del Recovery, pensarono Togliatti, De Gasperi, i grandi partiti che uscivano dalla Resistenza. Oggi è il capo dello Stato che chiama tutti a svolgere un compito. Ed è una scommessa che non possiamo leggere con gli occhi del passato. Non dobbiamo pensare a schieramenti e interessi di parte. Oggi dobbiamo cambiare il Paese. Con ricette per la crisi sanitaria, cioè i vaccini; con il rilancio delle imprese, del lavoro, la riapertura dei cantieri, il ‘ritorno alla vita’, il coinvolgimento della società civile, del terzo settore; e con le riforme che Draghi ha indicato come indispensabili: fisco, pubblica amministrazione, giustizia. Adesso dobbiamo remare tutti dalla stessa parte, poi ci sarà tempo per tornare a sfidarci elettoralmente. Sperando che, quando avverrà, avremo tutti fatto un grande passo avanti, anche come cultura politica”.

Quando si voterà? “Un governo non ha una data di scadenza come lo yogurth – risponde Lupi – Finisce al termine della legislatura o quando qualcuno toglie la fiducia”. Come farà Draghi a gestire spinte contrapposte di una maggioranza eterogenea? “Lui ha messo paletti, non per escludere ma per chiarire i confini: un governo fortemente europeista, non euroscettico; fortemente atlantista, non che occhieggia alla Cina; ambientalista. Il centrodestra è una coalizione e non un partito unico. Giorgia Meloni ha voluto essere coerente con la sua storia, spero sottolinei ancor più la disponibilità a sostenere il governo quando ne condividerà l’azione. Per Salvini è un’occasione storica per dimostrare che, quando si voterà, la Lega sarà matura per governare. È una grande assunzione di responsabilità, molto apprezzabile e importante”.

Noi abbiamo chiesto solo – conclude – che ci sia discontinuità con il passato, per il resto siamo a disposizione. Il Pd è andato prima a traino di Conte, poi di Renzi, poi ha posto veti, ma sono certo che sarà un partito cardine di questa stagione. Il M5S si sta spaccando: sarà un’occasione per cambiare pelle anche per loro. I governi tecnici sono di tutti se fanno benissimo, ma al primo problema diventano figli di nessuno. L’ho detto a Draghi, ma ci affidiamo alle sue decisioni”.

8.10 – “In un momento storico così difficile Mario Draghi è la personalità giusta per governare andando oltre gli interessi di parte”. Lo afferma in un’intervista a Repubblica Manfred Weber, capogruppo al Parlamento europeo del Ppe, aggiungendo che “l’Italia non può permettersi di sprecare i fondi e deve fare le riforme. Per l’Europa in questa fase la cosa più importante è la stabilità, e la prospettiva di avere Mario Draghi alla guida del Paese ci dice che la stabilità a Roma è possibile. Draghi è una grandissima personalità non solo in Italia, ha fatto un lavoro eccezionale alla guida della Bce riconosciuto in tutta Europa. Un uomo con la sua esperienza può avere le chiavi per tenere insieme i differenti interessi della società e dei partiti, per governare andando oltre gli interessi di parte”.

“Ho piena fiducia – prosegue Weber – nel fatto che Mario Draghi da premier darà un chiaro approccio pro europeo al suo governo dimostrando che i problemi si risolvono tutti insieme, come Unione. Draghi assicurerà all’Italia una postura votata al consenso in Europa, rispettando le regole Ue e pronto a contribuire proponendo soluzioni ai problemi. In Europa c’è davvero voglia di avere una voce italiana, sono certo che Draghi la garantirà”.

“Dal punto di vista europeo – dice ancora il capogruppo Ppe – l’implementazione del Next Generation Eu da 750 miliardi è la cosa più importante, una chance storica per l’Italia. Il processo per arrivare al piano nazionale per accedere ai 209 miliardi a disposizione di Roma deve essere corretto, non può essere frutto del lavoro di poche persone ma deve coinvolgere la società civile, le regioni, l’industria e le parti sociali. Questo fondo diventerà un successo per l’Europa solo se non sprechiamo i soldi per spese orientate al passato. Bisogna investire nel futuro, nei nuovi lavori, puntando su clima, digitale e sanità. E servono le riforme. Quando vedi la scarsa capacità di assorbimento dei tradizionali fondi Ue da parte dell’Italia capisci che riformare la Pubblica amministrazione e la giustizia è cruciale per il Paese”.

“L’Italia è un Paese chiave per l’Europa e un’Europa senza Italia è impensabile – dice Weber – La prospettiva di un nuovo governo europeista fa sperare che ci sia la volontà di investire i soldi nel modo giusto e di fare le riforme che non sono negative, ma una precondizione per la crescita positiva per tutta la società. Per questo dico che l’Italia deve fare le riforme raccomandate dalla Commissione europea come deve farle la Germania, visto che quelle di 20 anni fa di Schroeder non bastano più”.

Riguardo il nuovo europeismo di Salvini, conclude, “lo giudicheremo da come questo atteggiamento verrà declinato nei fatti, lo vedremo passo dopo passo. Intanto trovo positivo che chi aspira ad assumere un ruolo di responsabilità in Italia debba assumere un approccio pro europeo. È il segnale che il populismo non paga. Il nostro partito in Italia è Forza Italia e al momento non c’è nulla di nuovo da discutere. Inoltre il cambiamento di Salvini dimostra che l’approccio del Ppe, di Forza Italia, è quello giusto: attrae gli altri e rappresenta la chiave per il successo di una maggioranza di centrodestra”.

7.54 – “Circostanze eccezionali richiedono risposte eccezionali. Impongono alla classe dirigente del Paese di mettere da parte le distinzioni, gli interessi di parte, i calcoli politici o elettorali e di dare una risposta di alto profilo, adeguata alla gravità della situazione”. Silvio Berlusconi spiega, in un’intervista a Repubblica, il sostegno di Forza Italia ad un Governo a guida Draghi, precisando che “il momento è davvero gravissimo, per l’Italia e per il mondo intero, certamente è la fase storica peggiore dopo la Seconda Guerra mondiale. Le persone continuano ad ammalarsi e a morire di Covid e a questo tragico costo umano si aggiunge un drammatico costo sociale ed economico per il lavoro, per le imprese, per le attività produttive”.

“Di fronte a tutto questo – afferma il cavaliere – non era pensabile una prosecuzione dell’esperienza precedente, né un suo allargamento. Occorreva qualcosa di totalmente nuovo, una soluzione autorevole intorno alla quale l’intero Paese potesse riconoscersi. Sono stato il primo ad invocarlo, nelle scorse settimane, mentre la crisi politica si trascinava. Come avevo suggerito, la saggezza del presidente Mattarella ha individuato la sola strada adeguata al momento”.

“Posso dire – aggiunge il presidente di Forza Italia – che in tutte le sedi nazionali e internazionali ho visto in Draghi una persona misurata, garbata, affabile, rispettosa dei ruoli, di grande cultura e di grande capacità nel gestire le situazioni complesse. Non si è mai tirato indietro quando gli abbiamo chiesto di guidare in momenti difficili prima la Banca d’Italia e successivamente la Bce. In quella veste avrebbe salvato l’Euro e in particolare il nostro Paese. Credo, per antica abitudine di imprenditore, di avere una certa capacità di valutare le attitudini delle persone. Su Draghi non mi sono mai sbagliato. E sono certo di non sbagliare neppure questa volta”.

“Questo non è un governo tecnico – puntualizza Berlusconi – è un governo di unità nazionale per fronteggiare l’emergenza. I governi tecnici in passato hanno dimostrato di non avere il polso della realtà del Paese. Per questo auspico un giusto equilibrio di competenze tecniche e di rappresentanza politica. Ma soprattutto suggerirò al presidente Draghi di tenere conto delle indicazioni dei partiti, come è giusto, ma di decidere sulla base di un solo criterio: la qualità”. Quanto al coinvolgimento dei leader, prosegue, “non ne vedo l’utilità, e non credo che questo renderebbe né più stabile né più efficiente l’azione di governo. Abbiamo bisogno di ministri che si occupino a tempo pieno del loro dicastero, i leader politici hanno una responsabilità diversa”.

“Quando ho indicato la strada dell’unità delle migliori energie del Paese come unica soluzione possibile – dice ancora il cavaliere – ho espresso l’auspicio che tutto il centrodestra condividesse la scelta di privilegiare la salvezza della nazione rispetto all’interesse di parte. Sono contento che un grande partito come la Lega abbia maturato questa scelta. Non so se definirla una svolta, in fondo la Lega ha già governato con i Cinque Stelle, ma è certamente un atto di saggezza che anche in Europa sarà apprezzato”. A proposito dell’ala più ortodossa del M5S, che non ritiene compatibile la loro presenza al governo con Fi, Berlusconi risponde: “Credo che dimostrazioni di infantilismo politico come queste non meritino neppure un commento. Piuttosto, direi che spiegano il declino di quel Movimento. Del resto, questa non è un’alleanza con i 5S, che per noi sarebbe inconcepibile. È la risposta ad un’emergenza. Immagino che anche i più consapevoli tra loro se ne rendano conto”.

Riguardo il rifiuto di Giorgia Meloni a sostenere Draghi, Berlusconi afferma che “mi pare che la signora Meloni si sia espressa in modo chiaro e definitivo. Ne prendo atto, con rispetto e con rammarico, perché l’apporto di tutte le forze responsabili sarebbe stato importante. Come ho detto tante volte, il centrodestra è una coalizione plurale fra forze politiche diverse per cultura, per riferimenti internazionali, per stile politico. Non siamo lo stesso partito e siamo reciprocamente autonomi. Ci uniscono idee importanti per il futuro del Paese e una buona prassi di governo nelle regioni e nei comuni. Tutto questo non verrà meno, come non si è rotta la coalizione all’epoca del primo governo Conte. Allora noi, dall’opposizione, abbiamo assicurato il sostegno parlamentare sui temi propri del centrodestra. Sono certo che il partito di Giorgia Meloni anche questa volta farà altrettanto”.

Con riferimento alla riforma della legge elettorale, “ora è prematuro parlarne – conclude – e le priorità sono certamente altre. Il Covid affligge il Paese, molte aziende sono sull’orlo della chiusura, milioni di posti di lavoro sono in pericolo. Il nuovo governo nasce per occuparsi di questo”.

7.26 – Consultazioni, seconda giornata per Mario Draghi. Dopo l’avvio del nuovo giro di incontri per la formazione del nuovo governo ieri, oggi il premier incaricato sarà a colloquio con i ‘big’ della politica. A partire dalle 11, i primi a sedersi di nuovo al tavolo con l’ex presidente Bce saranno i cosiddetti ‘responsabili’, il gruppo di Europeisti-Maie-Centro democratico nato al Senato dopo le dimissioni di Conte. A seguire Leu, Italia Viva, Fratelli d’Italia, Pd, Forza Italia, Lega e M5S.

Questo il calendario degli appuntamenti di oggi: ore 11.00, Gruppo Europeisti – Maie Centro Democratico del Senato; ore 11.45, Liberi e Uguali e Liberi e Uguali Senato; ore 12.30, Italia Viva Gruppo Camera e Italia Viva-PSI Senato; ore 13.15, Gruppi Fratelli d’Italia Camera e Senato; ore 15.00, Gruppi del Partito Democratico Camera e Senato; ore 15.45, Gruppi di Forza Italia – Berlusconi Presidente Camera e Forza Italia-Berlusconi Presidente-Udc Senato; ore 16.30, Gruppi Lega-Salvini Premier Camera e Lega-Salvini Premier – Partito Sardo d’Azione Senato; ore 17.15, Gruppi Movimento 5 Stelle Camera e Senato.

7.00 – Prime indiscrezioni, ieri, sul programma del presidente incaricato Mario Draghi. Le risposte sono arrivate. In un elenco di punti programmatici, titoli. Che però consegnano alle forze politiche un’idea piuttosto precisa dell’impostazione che Draghi intende dare al suo esecutivo. Priorità, posizionamento, linee guida. Un governo “convintamente europeista”. Cornice apprezzata dai dem, innanzitutto. E poi un approccio preciso su 5 emergenze indicate dal presidente incaricato: ambientale, sanitaria con la campagna vaccini da accelerare, quella del lavoro con la “tutela” di chi resta senza, delle imprese (con un sostegno anche alle banche) e la scuola. E c’è stato poi un passaggio che molti hanno letto con una sfumatura ‘temporale’. Quello sulle tre maxi riforme – pubblica amministrazione, giustizia civile e fisco- da mettere in campo per cambiare il volto e il futuro del Paese. Riforme che, pure se connesse con il Recovery, hanno dato la sensazione alle forze politiche di un orizzonte temporale non breve. “Ha parlato molto lui e c’è stato poco spazio per le domande da parte nostra”, ha detto ieri un parlamentare appena uscito dal colloquio con il premier incaricato dove, come nel primo giro, Draghi ha gestito da solo (nessun assistente o staff) i colloqui.