Zaki, è in carcere da un anno  

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Un anno in carcere senza processo. Oggi è il primo anniversario dell’arresto in Egitto di Patrick Zaki, da allora dietro le sbarre nel famigerato carcere di Tora. Quattro giorni fa è arrivata l’ultima doccia gelata sulle speranze che fosse rilasciato, con il rinnovo della custodia cautelare – l’ennesimo – per altri 45 giorni. La notizia è stata confermata ai legali dello studente egiziano solo il giorno dopo che alcuni media filogovernativi avevano pubblicato l’esito dell’udienza.

Già in altre occasioni si era accesa la speranza di una sua imminente liberazione, poi puntualmente rimasta tale. Come ad esempio a fine dicembre, quando l’Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l’ong per la difesa dei diritti civili con la quale Zaki collaborava, aveva annunciato – a seguito del rilascio di suoi tre dirigenti – che l’udienza per il rinnovo della carcerazione del 29enne era stata anticipata.

Un segnale, si auspicava, che qualcosa si stesse muovendo. Niente di tutto ciò e Zaki, che frequentava l’Università Alma Mater di Bologna, continua a restare in prigione con l’accusa di propaganda sovversiva.

Fonti della Farnesina hanno espresso “profonda delusione e disappunto” per l’esito dell’udienza dei giorni scorsi. Il ministero degli Esteri, hanno assicurato le fonti, continuerà a seguire da vicino la vicenda che, su iniziativa e continuo impulso italiano, è l’unico caso giudiziario in Egitto che viene costantemente monitorato da un gruppo di Paesi stranieri.

“E’ inimmaginabile che ci siano altri 12 mesi di detenzione senza processo per Patrick Zaki”, ha commentato in una dichiarazione ad Aki-Adnkronos International Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, parlando di detenzione “arbitraria e crudele”.

“Se il governo egiziano pensa di tenere rinchiuso in carcere senza processo Zaki per 24 mesi”, il massimo previsto dalla legge sulla detenzione preventiva, “dobbiamo con la nostra campagna impedire che ciò avvenga”, prosegue Noury, auspicando che “il governo italiano capisca che la chiave della cella di Patrick è anche nelle sue mani” e quindi raddoppi “gli sforzi diplomatici per raggiungere una soluzione positiva della vicenda”.

In questi mesi si sono susseguite le udienze in cui ogni volta è stata rinnovata per 15 o 45 giorni la detenzione preventiva di Zaki, nonostante i numerosi appelli e iniziative del governo italiano, di politici, attivisti e associazioni.

Lo scorso 22 novembre, l’ambasciatore italiano al Cairo, Giampaolo Cantini, a seguito della richiesta di incontro espressa anche da altri Paesi europei al ministero degli Esteri egiziano già nelle fasi immediatamente successive agli arresti degli attivisti di Eipr, aveva avuto un colloquio con l’assistant Foreign Minister egiziano per i Diritti umani, ambasciatore Gamaleddin.

In quell’occasione, il rappresentante diplomatico italiano aveva manifestato la forte preoccupazione per l’inasprimento della repressione nei confronti della società civile e per la situazione dei diritti umani in Egitto, ribadendo la richiesta di un pronto rilascio dello studente.

La sorella di Zaki: “Contro Patrick accuse infondate”

Quelle mosse contro Patrick Zaki sono “accuse infondate, senza prove di un coinvolgimento in un reato indefinito”. Lo ha affermato Marise Zaki, sorella dello studente egiziano dell’Università Alma Mater di Bologna, in un’intervista rilasciata a ‘La 7’ in occasione dell’anniversario dell’arresto. Patrick “si occupa solo di diritti umani ed è interessato alle questioni delle minoranze nel suo Paese”, ha assicurato Marise, 24 anni e una laurea in Business Administration, parlando per la prima volta a una tv italiana. “Non sappiamo quando finirà questo incubo – ha aggiunto – Abbiamo scoperto che mio fratello potrebbe rimanere in carcere un anno, due anni o forse di più, e non si sa se verrà mai scarcerato”. Marise Zaki ha quindi voluto ringraziare, anche a nome della sua famiglia, “l’Università di Bologna, i docenti, gli studenti per il loro interesse e l’incessante sostegno a Patrick” e “la città di Bologna per aver ospitato Patrick per un periodo breve, ma importante durante il quale Patrick si è molto affezionato”. “Vorrei ringraziare tutte le città che hanno concesso a Patrick la cittadinanza onoraria, le università italiane ed europee che sostengono Patrick e le istituzioni di società civile europee ed italiane”, ha concluso.

Esponente Eipr: “Patrick Zaki punito per suo lavoro su diritti umani”

“Non c’è una giustificazione legale alla sua detenzione preventiva, Patrick è stato punito semplicemente a causa del suo lavoro sui diritti umani”. Lo afferma ad Aki-Adnkronos International Lubna Darwish, a capo del dipartimento per i diritti delle donne e la difesa di genere dell’Eipr, l’ong egiziana con la quale collaborava Zak che è finito in manette “mentre andava a trovare la sua famiglia e gli amici per una breve vacanza”. E ha quindi ricordato come l’anno dietro le sbarre sia iniziato per Zaki con “24 ore di torture, interrogatori e detenzioni illegali”.

“Da allora è rimasto in custodia cautelare sulla base di un verbale di arresto falsificato – aggiunge l’attivista – Per un anno il suo ordine di detenzione è stato rinnovato un’udienza dopo l’altra, senza sviluppi nel processo a suo carico”.

Zona gialla Roma, strade chiuse per assembramenti 

Affollamenti nel centro storico di Roma hanno causato l’intervento della Polizia locale. A partire dalle 18, in considerazione di presenza in aumento di persone che creavano affollamento, gli agenti hanno dovuto procedere alle prime chiusure e isolamenti temporanei di alcune zone. In particolare nell’area del tridente, come via del Corso ma anche via Sistina, Trinità de Monti, aree intorno piazza Navona e piazze principali a San Lorenzo.

Per evitare assembramenti e per gestire l’afflusso delle persone erano stati predisposti servizi dedicati al Pincio, corridoi di scorrimento a Piazza del Popolo e ingressi contingentati in via del Corso.

Computer può predire chi morirà di Covid: lo studio 

(Adnkronos)

Un computer può predire chi morirà di Covid-19. E’ la dote di un modello di intelligenza artificiale sviluppato da un team di scienziati, che potrebbe rivelarsi cruciale per intervenire tempestivamente e proteggere chi ha un destino potenzialmente più sfortunato. Utilizzando i dati dei malati, il sistema è stato in grado di valutare con una precisione del 90% le probabilità di non farcela. L’indice di massa corporea, il sesso maschile e l’ipertensione arteriosa, secondo lo studio pubblicato su ‘Scientific Reports’ (gruppo Nature), sono tra i fattori che pesano di più. La ricerca può essere utilizzata per prevedere il numero di pazienti negli ospedali che avranno bisogno di un respiratore e determinare quali dovrebbero essere i primi da mettere in lista per una vaccinazione.

Lo studio è stato condotto in Danimarca, da ricercatori del Dipartimento di Informatica dell’università di Copenaghen, che hanno lavorato per sviluppare modelli informatici dalla prima ondata Covid. Missione: prevedere, sulla base della storia della malattia e dei dati sanitari, quanto gravemente le persone saranno colpite dalla malattia provocata dal coronavirus Sars-CoV-2.

Sulla base dei dati dei pazienti della regione della capitale della Danimarca e della regione Zealand, i risultati dello studio dimostrano che l’intelligenza artificiale può determinare se un soggetto che non è ancora stato infettato può rischiare la vita in caso di contagio. Il tutto con una certezza fino al 90%. Mentre è capace di prevedere con una precisione dell’80%, quando un paziente viene ricoverato in ospedale, se avrà bisogno di un respiratore.

“Abbiamo iniziato a lavorare sui modelli per assistere gli ospedali, poiché durante la prima ondata temevano di non avere abbastanza respiratori per i pazienti in terapia intensiva. Le nostre nuove scoperte potrebbero anche essere utilizzate per identificare con attenzione chi ha bisogno di un vaccino”, spiega Mads Nielsen, università di Copenaghen.

I ricercatori hanno alimentato un programma con dati sanitari di 3.944 pazienti Covid danesi e addestrato il computer a riconoscere i modelli e le correlazioni sia con le malattie precedenti che con la lotta dei pazienti contro Covid-19.

“I nostri risultati dimostrano, e non sorprende, che l’età e il Bmi sono i parametri più decisivi. Ma la probabilità di morire o finire col respiratore è anche aumentata se sei maschio, hai la pressione sanguigna alta o una malattia neurologica”, conclude Nielsen. Chi rientra nello sfortunato identikit “ha senso che venga spostato in alto nella coda per i vaccini, per evitare qualsiasi rischio”.

Anticorpi monoclonali, ecco come potrebbero essere pagati  

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Dopo il decreto firmato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che autorizza la distribuzione in via straordinaria degli anticorpi monoclonali anti-Covid, sulla base delle indicazioni dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa e del parere del Consiglio superiore di sanità, si apre un quesito: come verranno finanziati i trattamenti? Secondo quanto apprende l’Adnkronos Salute da fonti ministeriali, “i fondi arriverebbero da decreto Agosto e legge di Bilancio”.

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Sarebbero dunque i fondi messi in campo “per tutti i monoclonali”, compresi quelli per la sperimentazione del monoclonale made in Italy (su cui lavorano Rino Rappuoli e Toscana Life Sciences), e ammontano complessivamente a 80 milioni di euro per il 2020 e a 300 milioni per il 2021. Oltre a queste risorse, è previsto che si possa attingere anche dal fondo vaccini e terapie di 400 milioni.

Il fondo monoclonali verrebbe gestito dalla struttura commissariale per l’emergenza coronavirus, nel senso che sarà questa che si occuperà di acquistare i farmaci.

Covid, vaccini: in Sicilia al via da lunedì la prenotazione per gli Over 80  

Palermo, 6 feb. (Adnkronos)

La Sicilia è la prima regione d’Italia ad avviare il sistema di prenotazione online del vaccino anticovid, predisposto dalla Struttura commissariale nazionale per l’emergenza pandemica e realizzato da Poste Italiane. A partire dalle 10.00 di lunedì 8 febbraio, infatti, i cittadini siciliani con più di 80 anni, compresi tutti gli appartenenti alla classe 1941, potranno accedere al form prenotazioni.vaccinicovid.gov.it che sarà raggiungibile anche attraverso il sito web della Regione Siciliana, il portale siciliacoronavirus.it e tutti i siti delle Aziende del sistema sanitario regionale.

Nei giorni scorsi i tecnici informatici dell’assessorato della Salute hanno completato il processo di allineamento delle informazioni (tra punti vaccinali negli ospedali, disponibilità vaccini e popolazione siciliana) con la banca dati di Poste Italiane per consentire la predisposizione degli slot di prenotazione. Da lunedì sarà possibile, pertanto, accedere al sistema online che consentirà di scegliere il Centro vaccinale siciliano più vicino e quindi determinare l’appuntamento per la somministrazione. Per la prenotazione, oltre ai dati anagrafici, il sistema richiederà anche la tessera sanitaria.

Oltre alla piattaforma online, sarà possibile prenotarsi attraverso un call center dedicato, telefonando al numero verde 800.009.966 attivo da lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 (esclusi sabato e festivi).

“Con la vaccinazione dei siciliani fino alla classe 1941 – afferma il presidente della Regione Nello Musumeci – inizia una nuova fase della stagione di contrasto al Coronavirus. Assieme ad altre Regioni, abbiamo scelto di aderire al progetto informatico e logistico della struttura del Commissario nazionale per l’emergenza e siamo particolarmente orgogliosi di essere i primi in Italia in questo servizio”.

Il governo regionale conta di avviare le prime vaccinazioni sui cittadini over 80 anni dal prossimo 20 febbraio, mentre dal primo marzo prenderà il via la campagna domiciliare rivolta ai siciliani – di questo stesso target – che non possono raggiungere autonomamente i Centri vaccinali.

La piattaforma, oltre a essere un servizio per i cittadini, è uno strumento in grado di supportare l’attività dei Centri vaccinali attraverso una ‘dashboard’, ovvero un sistema di visualizzazione e di monitoraggio dei dati, e un help desk dedicato agli operatori dei Centri, offrendo assistenza anche nelle attività di stoccaggio e distribuzione di questi farmaci.

“Poste Italiane ha messo a disposizione le sue competenze, le sue strutture logistiche e informatiche per contribuire alla realizzazione di una campagna vaccinale senza precedenti – dichiara l’Amministratore Delegato Matteo Del Fante – La vaccinazione, quando sarà aperta a tutti coloro che ne faranno richiesta dopo la prima fase dedicata alle categorie protette, potrà essere prenotata oltre che online e tramite call center, direttamente all’ATM Postamat inserendo la propria tessera sanitaria, o attraverso i palmari in dotazione ai portalettere”.

In Sicilia, i cittadini che rientrano in questa fase del target over 80 sono circa 320mila. Si ricorda che il vaccino è gratuito.

Anticorpi monoclonali, Cts Aifa: “Solo a over 12 in casi ad alto rischio”  

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Quali pazienti sono candidabili al trattamento con anticorpi monoclonali anti-Covid? Secondo il parere della Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, “unicamente” persone “di età superiore a 12 anni, positive a Sars-CoV-2, non ospedalizzate per Covid-19, non in ossigenoterapia, con sintomi di grado lieve-moderato di recente insorgenza (e comunque da non oltre 10 giorni) e presenza di almeno uno dei fattori di rischio (o almeno 2 se uno di questi è l’età sopra 65 anni)”. Sono queste alcune delle indicazioni emerse dal testo degli esperti della Cts. Mentre si concretizza sempre di più la possibilità che arrivino i primi trattamenti, dopo il decreto firmato dal ministro Roberto Speranza che autorizza la distribuzione, in via straordinaria, degli anticorpi monoclonali.

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Nel suo parere, la Commissione tecnico scientifica “ribadisce l’assoluta necessità di acquisire nuove evidenze scientifiche che consentano di stimare più chiaramente il valore clinico degli anticorpi e definire le popolazioni di pazienti che ne possano maggiormente beneficiare. In particolare, dal momento che tali farmaci non possono essere attualmente considerati uno standard di cura”, vengono definiti “fondamentali sia la prosecuzione degli studi in corso sia l’avvio di nuovi studi clinici, anche comparativi”.

Nel parere c’è anche una panoramica delle popolazioni catalogate come ad alto rischio: persone con indice di massa corporea (Bmi) da 30 in su; presenza di patologie come malattia renale cronica, diabete non controllato, immunodeficienze primitive o secondarie. E ancora, età superiore a 65 anni o a 55 anni con malattia cardio-cerebrovascolare (inclusa ipertensione con concomitante danno d’organo) o Bpco e altre malattie respiratorie croniche.

Le caratteristiche dei pazienti candidabili con età 12-17 anni: Bmi uguale o superiore all’85esimo percentile per età e genere, anemia falciforme, malattie cardiache congenite o acquisite, malattia del neurosviluppo, dipendenza da dispositivo tecnologico (tracheotomia, gastrostomia), asma o altre malattie respiratorie che richiedono medicazioni giornaliere per il loro controllo. Sono esclusi ricoverati per Covid, che ricevono ossigenoterapia per Covid.

La Cts, ribadisce “l’immaturità dei dati e la conseguente incertezza rispetto all’entità del beneficio offerto dai farmaci”, pur avendo ritenuto “a maggioranza che, in via straordinaria e in considerazione della situazione di emergenza, possa essere opportuno offrire comunque un’opzione terapeutica a persone non ospedalizzate che, pur avendo una malattia lieve-moderata, risultano ad alto rischio di sviluppare una forma grave di Covid con conseguente aumento delle probabilità di ospedalizzazione e morte. Si tratta, in particolare, di un setting a rischio per il quale attualmente non è disponibile alcun trattamento standard di provata efficacia”.

L’infusione endovenosa degli anticorpi monoclonali anti-Covid “deve essere effettuata in un tempo di 60 minuti (seguiti da altri 60 minuti di osservazione) in setting che consentano una pronta ed appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi”. E’ questa una delle indicazioni che arrivano dalla Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, nel suo parere sull’utilizzo emergenziale di questi farmaci.

La Cts “richiama l’attenzione” anche “sugli aspetti organizzativi legati al trattamento, e sottolinea in particolare che la scelta in merito alle modalità di prescrizione, come pure la definizione degli specifici aspetti organizzativi, potrà essere lasciata alle singole Regioni”.

Anticorpi monoclonali, Speranza: “Firmato decreto per distribuzione” 

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Dopo il via libera dell’Aifa agli anticorpi monoclonali il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato il decreto per il via libera alla distribuzione. A darne notizia è lo stesso ministro in un post su Facebook. “Sulla base delle indicazioni dell’Agenzia italiana del farmaco” Aifa “e del parere del Consiglio superiore di sanità, ho appena firmato il decreto che autorizza la distribuzione, in via straordinaria, degli anticorpi monoclonali“, ha annunciato Speranza. “Così abbiamo, insieme ai vaccini, una possibilità in più per contrastare il Covid-19”, ha aggiunto il ministro.

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Rapina alimentari e accoltella titolare, in fuga con bottino 10 euro 

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Ha fatto irruzione in un negozio di alimentari in via Boezio, nel quartiere Prati a Roma, con il volto coperto da una mascherina. Armato di coltello, ha minacciato con un forte accento romano il titolare, un 29enne del Bangladesh, perché gli consegnasse l’incasso della giornata. Quando la vittima ha reagito, il rapinatore lo ha colpito più volte con la lama lasciandolo a terra con ferite fortunatamente non gravi.

E’ successo venerdì pomeriggio, intorno alle 15.15. Il giovane commerciante, trasportato al pronto soccorso del Santo Spirito in codice giallo, ha riportato tagli superficiali e un trauma alla testa causato dai colpi durante la colluttazione. Sulle tracce dell’uomo, un 50enne, i poliziotti. Bottino della rapina, 10 euro.